Sulla Gazzetta Ufficiale per l'Unione Europea del 25 ottobre 2018, il Comitato europeo per le regioni (composto da due comunicazioni e una raccomandazione della Commissione europea) si è pronunciato riguardo il cosiddetto pacchetto sugli appalti pubblici dichiarando, tra le altre cose, le intenzioni di portare maggiore intenzione alle piccole e medie imprese (pmi) e di garantire una trasformazione digitale rapida delle procedure di appalto, oltre all'impegno per semplificare le procedure e la standardizzazione dei documenti di gara e delle fasi di fatturazione e pagamento.
Ci saranno "azioni di formazione e consulenze" perché "parecchi Stati membri hanno recepito le direttive sugli appalti pubblici del 2014 soltanto di recente", come sottolineato nel documento. Anche per questo, riguardo gli appalti digitali si ammette la necessità di migliori progressi e di "maggiori orientamenti sui moduli elettronici e le procedure di appalto elettroniche, per impedire l'adozione di approcci nazionali in contrasto con l'approccio dell'Ue ed evitare che gli enti locali e regionali siano lasciati nell' incertezza su come e quando utilizzare moduli e procedure differenti".
La professionalizzazione degli appalti pubblici è un altro tema a cui il documento pone molta attenzione, soprattutto sul bisogno di "garantire una rapida trasformazione digitale delle procedure e l'introduzione di processi elettronici per tutte le fasi salienti, segnatamente quelle di notifica, accesso ai bandi e presentazione, valutazione, aggiudicazione dell'appalto, ordinazione, fatturazione e pagamento". Si parla anche della maggiorazione dei costi amministrativi degli appalti pubblici, tanto per i venditori che gli acquirenti, a causa dell'assenza di documenti standardizzati e la complessità delle procedure.
Risulta chiara la necessità per la normativa degli Stati di evitare di rendere la regolamentazione più complessa e di estenderla al di sotto delle soglie previste, in modo lineare, come invece è talvolta accaduto. Il Comitato delle regioni ha anche sollevato alcuni problemi riguardo governance e coerenze dei principali obiettivi degli appalti pubblici e sulla volontà di rendere uno strumento di politica di innovazione gli appalti pubblici stessi.
Si lavora anche per promuovere le piccole e medie imprese, tanto da fare di questa promozione risulta essere uno dei primi cinque punti principali della riforma del settore. Eppure nonostante la semplificazione raggiunta, l'accesso agli appalti pubblici per piccole e medie imprese non è ancora sufficiente, nonostante per le pmi questi contratti rivestano una grande importanza.
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