Il Consiglio Europeo ha manifestato l’intenzione di rendere tracciabili dal fisco europeo gli acquisti fatti mediante e-commerce, con delle disposizioni che entreranno in vigore solo dal 2024. Una decisione che in materia ha già visto il via libera per un regolamento e una direttiva, stilati per tracciare la strada che l’Europa vuole perseguire per contrastare l’elusione in tema di Iva. Ciò che ora si vuole portare a rendiconto e monitoraggio sono gli acquisti che i cittadini fanno appoggiandosi alle piattaforme di commercio elettronico.
Stando alla nota diffusa in materia, la direttiva Iva sarà modificata da nuove norme che introducono, per i prestatori di servizi di pagamento, l’obbligo di conservare la documentazione sui pagamenti transfrontalieri derivati dal commercio elettronico. In questo modo i dati finiranno a disposizione delle autorità fiscali nazionali, sempre nel rispetto delle regole riguardanti privacy e sicurezza informatica. In materia di cooperazione amministrativa nel settore Iva sono introdotte delle modifiche atte a stabilire in dettagli quali sono le modalità di collaborazione (e come operano) tra le autorità fiscali in questo settore, allo scopo di facilitare l'individuazione delle frodi in relazione all’Iva, e di controllare che gli obblighi riguardanti l’assolvimento dell’imposta comunitaria siano rispettati.
Per gennaio 2021 entrerà quindi in vigore il quadro normativo sull’Iva per il commercio elettronico, integrato da questi testi, che introdurrà i nuovi obblighi in materia di Iva per gli e-commerce oltre ad occuparsi si semplificare le norme di conformità per le imprese online.
Nelle premesse della direttiva si può trovare il motivo che ha portato alla creazione di questo monitoraggio: i pagamenti della maggior parte degli acquisti on-line sono effettuati tramite prestatori di servizi di pagamento, soggetti che entrano così in possesso di informazioni specifiche. Tali informazioni permettono loro di identificare il destinatario di tale pagamento, la data dell’acquisto, oltre all’importo e lo Stato membro di origine dello stesso, a cui si aggiungono quelle che permettono di stabilire se il suddetto pagamento sia stato disposto nei locali del rivenditore. Con le nuove norme, i prestatori di servizi di pagamento saranno tenuti a conservare la documentazione dei pagamenti transfrontalieri, con tutti i dati del pagamento, per almeno tre anni.
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