“LIBERIAMO I SINDACI”: L’ANCI E LA PROPOSTA DI LEGGE AL GOVERNO CHE VERRÀ

Il presidente dell’Anci Antonio Decaro ha presentato ieri davanti al Consiglio nazionale dell’associazione un’iniziativa che si propone di liberare i primi cittadini da vincoli, ritenuti anacronistici e inutili, e da “paradossi normativi” che ne compromettono l’operato. L’intenzione è quella di raccogliere contributi e proposte dei sindaci che, successivamente, dovrebbero trovare posto in una proposta di legge che l’Anci intende presentare, entro un mese, al futuro Governo e alle forze politiche. «Fare il sindaco – ha dichiarato Decaro dinanzi al Consiglio – è un grande onore ma sta diventando sempre più un mestiere difficile, per via del moltiplicarsi delle decisioni scomode e impopolari da prendere che ci espongono alla quasi certezza di metterci nei guai». La futura proposta di legge di iniziativa dei sindaci, nella sua prima provvisoria versione, è stata significativamente intitolata “Liberiamo i sindaci” e, al momento, è articolata intorno ad alcune direttrici principali che, in verità, suonano più come dichiarazioni di intenti che come capitoli di un provvedimento normativo. Una prima direttrice – denominata Uguali come gli altri, a ciascuno il suo – vuole garantire ai sindaci “pari condizioni democratiche nell’accesso a tutte le cariche elettive”: perché un sindaco, a differenza ad esempio di un presidente di Regione, deve dimettersi dalla carica con sei mesi di anticipo rispetto a delle elezioni in cui intende presentarsi? Inoltre i sindaci andrebbero esentati dal dover compiere degli atti di natura squisitamente tecnica, per i quali non hanno peraltro le competenze tecniche adeguate, e dei quali, eventualmente, sono chiamati a rispondere davanti ad un giudice. Ad esempio, si legge nella bozza di proposta di legge, perché un sindaco deve firmare un ordine di sequestro di merce avariata o dare l’autorizzazione per un Trattamento sanitario obbligatorio? E perché, nonostante viga il principio di separazione tra indirizzo politico e gestione amministrativa, un sindaco deve rispondere direttamente degli effetti di un atto di gestione compiuto da un dirigente?
 
La seconda direttrice – denominata Buona la prima, burocrazia zero – mira ad introdurre misure di semplificazione amministrativa e ordinamentale che servano a sostenere i processi di crescita socio-economica. Viene per esempio richiesta la riduzione delle incombenze a carico dei Comuni al fine di “liberare energie ed orientarle verso obiettivi di mandato e verso i servizi ai cittadini”. Perché, si legge tra gli esempi forniti, l’obbligo di comunicare una serie di dati ad una pletora di istituzioni diverse quando, per gli stessi dati, esiste già un obbligo di pubblicazione?
Un’altra delle direttrici principali che riportiamo, e che lo stesso Decaro ha illustrato davanti al Consiglio dell’Anci, è intitolata “Vita semplice per i piccoli Comuni” e rivendica l’insostenibilità del fatto che un Comune di mille abitanti abbia le stesse regole di uno che ne ha invece 100 mila. Per i piccoli Comuni servono norme che differenzino gli adempimenti a loro carico, perché non hanno personale sufficiente - e sufficientemente formato – per poter assolvere ai compiti attuali. Qui l’esempio fornito riguarda gli adempimenti di contabilità economico.patrimoniale, particolarmente gravosi per un Comune di piccole dimensioni e il cui assolvimento peraltro, sostiene l’Anci, ha un’utilità “pressoché nulla” per la collettività. «Non è pensabile – ha affermato Decaro – amministrare tutti i Comuni, a prescindere dalle dimensioni demografiche, con le stesse leggi. Vogliamo semplificazione e diversificazione di quelle norme e vincoli che fanno da tappo all’azione dei piccoli Comuni e che non hanno alcun legame con principi di virtuosità».