Una recente dichiarazione emessa dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha portato sotto i riflettori una situazione molto delicata e rischiosa: la capacità delle grandi aziende di utilizzare su larga scala i dati e di utilizzarli per prevedere i comportamenti delle persone (singoli o massa) e conseguentemente di influenzarli. Una situazione che ha la forte tendenza a portare a nuove discriminazioni.
Il 26 e il 27 febbraio il Comitato si è riunito ad Helsinki, parlando agli Stati membri di monitorare e studiare questo problema, per arrivare a formulare specifiche tutele. Il giurista ed ex garante della privacy italiano Francesco Pizzetti ha dichiarato che "l'idea di fondo di questa importantissima presa di posizione del Consiglio è che non è più sufficiente tutelare i dati personali degli utenti. Adesso servono tutele ad hoc per i dati inferiti, come si legge nella dichiarazione; quei dati che, tratti da altri dati, magari anche relativi a persone terze, riescono grazie ad analisi algoritmiche a predire e influenzare i nostri comportamenti, conoscenze, scelte e opinioni."
Già a gennaio, la Commissione UE ha adottato le prime linee guida internazionali su AI e dati personali e sviluppato la carta etica sull'uso dell'AI nei sistemi giudiziari, mentre in breve vedrà la luce una raccomandazione su media e AI. Il tutto come parte di un processo ad ampio spettro guidato dalle istituzioni europee, come spiegato dallo special rapporteur per Ai del Consiglio d'Europa, Alessandro Mantelero.
Ecco le cinque indicazioni che sono state fornite agli stati:
- rafforzare la vigilanza su questo fenomeno;
- considerare la necessità di "framework addizionali di tutela dei dati che vadano oltre le correnti nozioni di protezione dei dati personali";
- promuovere, anche a livello istituzionale, un'ampia attività di discussione e informazione su questo problema, fino ad arrivare a linee guida che distingua "tra forme di persuasione accettabile e manipolazione inaccettabile";
- adottare misure per garantire tutela legale contro interferenze illegittime su diritti e libertà delle persone;
- approfondire in modo critico il fenomeno di generazione, raccolta, analisi algoritmica e sfruttamento dei dati inferiti.
Molti altri consigli sono stati dati agli Stati sulla tutela di questa problema, come sollecitare le aziende del mondo digitale ad avere maggior consapevolezza degli obblighi etici e giuridici legati al proprio lavoro, quanto a studiare misure contro influenza e manipolazione delle scelte politiche elettorali. Il Gdpr ha ben compreso quali sono i pericoli legati alla situazione attuale, per questo lavora per offrire agli individui la possibilità ed il diritto di non essere sottoposti a decisioni totalmente automatizzate, motivo per il quale spinge ad introdurre l'obbligo di tutelare la privacy fin dall'attuazione di un progetto. L'idea è quindi di portare ad una reale responsabilizzazione riguardante l'uso dei dati.
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