OPZIONI PER UN FUTURO SOSTENIBILE PER LE "NUOVE" PROVINCE

 

Ad osservare quel che accade nelle Province italiane si ha l’impressione della più totale paralisi: tornare indietro non è più possibile, andare avanti non si sa dove. Stiamo parlando del personale delle Province: dei funzionari, forse, più che dei dirigenti; tra i dirigenti, più di coloro che hanno una carriera di “tecnici” alle spalle che non di quelli cresciuti sviluppando competenze orizzontali, relazionali, gestionali. Le frasi che si sentono sono del tipo “Il futuro delle Province? Ma se sono morte e sepolte!!”. Altri se la prendono con il supposto aggressore (il legislatore), e lo fanno alternando dosi di scherno (“non hanno avuto il coraggio di andare fino in fondo”) con più realistiche considerazioni (“facendo le cose a metà finisce che saranno tutti scontenti. Per noi era meglio se le chiudevano una volta per tutte, e definitivamente, le Province”). Insomma in molti prevale il convincimento “che non sia ancora finita” e che la “prossima botta” sarà quella definitiva, quando le Province saranno definitivamente soppresse. Esiste un altro punto di vista, ovviamente esterno al mondo delle Province, ma pur sempre “dentro la politica”, in particolare tra gli eletti nei Comuni e nelle Regioni. (Non risulta, allo stato, una rilevazione delle opinioni di dirigenti e funzionari di Comuni e Regioni sulla parte della L. 56/2014 riguardante le Province, ma è verosimile che le loro opinioni non si distacchino da quelle del personale politico eletto nei loro Enti). Essi dichiarano di sostenere la legge 56/2014 in nome di obiettivi quali la moralizzazione della vita pubblica, il taglio dei costi della politica e un avvio concreto delle riforme istituzionali. Pur dovendo registrare un dibattito asfittico e, tutto considerato, povero di temi e di protagonisti, si può individuare un ambito di interesse alla sorte delle Province più ampio di quello rappresentato dai soli protagonisti diretti: gruppi d’interesse, sistema produttivo, media, parlamentari, studiosi di diritto amministrativo, accademici, opinionisti vari. Le opinioni elaborate in questi ambienti possono in sostanza essere collocate in tre distinte visioni concernenti le nuove Province e la possibilità che possano costituire una novità nel mondo del governo locale: la visione “dello scetticismo paralizzante”, quella dell’”autarchia della politica” ed, infine, la visione della “rifondazione tecnico- professionale”. .... Continua nell'allegato.

 

17 dicembre 2014