I tanto discussi assistenti civici saranno semplici volontari che i sindaci dovranno coordinare, non si tratterà di sentinelle, ronde e non potranno quindi richiedere documenti né emettere sanzioni. Il loro scopo principale sarà quello di controllare e regolare il flusso delle persone in zone a rischio assembramenti, come spiagge, parchi, chiese, aree giochi per bambini, mercati e ovviamente gli snodi fondamentale della movida notturna. Inoltre, saranno incaricati di consegnare generi alimentari e farmaci a domicilio ai soggetti reputati deboli e a rischio, come anziani e disabili, a cui si continua a consigliare di limitare gli spostamenti.
Gli assistenti civici saranno quindi cittadini volenterosi, che doneranno 16 ore del proprio tempo settimanale per aiutare la propria città, mettendosi a servizio del comune e della polizia locale, per compensare la carenza di risorse umane utili a vigilare sulle misure di sicurezza della Fase 2, in particolare sul rispetto del distanziamento sociale. Il numero di volontari necessari a coprire tali ruoli è stimato a 60mila persone, che aiuteranno quindi le amministrazioni locali ad affrontare il periodo di transizione verso il ritorno ad una vita sociale più simile al periodo pre-coronavirus.
Nonostante siano diverse le voci contrarie all’attivazione degli assistenti civici (sia tra l’opposizione che tra le forze di governo), i dettagli dell’operazione sono già a disposizione del capo della protezione civile Angelo Borrelli. Si parla quindi di un’iniziativa “non condivisa” le cui decisioni sono “state assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell’Interno”. Si è voluto però rassicurare che istituire gli assistenti civici “non dovrà comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio”, anche perché se si andasse a verificare una simile situazione, invece di snellire ed aiutare il processo di controllo si finirebbe per renderlo più pesante o quantomeno intricato.
Oltre a queste arrivano le rassicurazioni che stando alle quali gli assistenti civici “non saranno incaricati di pubblico servizio e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia”, chiarendo così uno degli aspetti più discussi della questione. Si tratterà quindi di una forza civile atta ad aiutare i cittadini ad entrare nella “nuova normalità” che li aspetta per i tempi a venire; ovvero dopo le richieste di personale volontario da parte della Protezione Civile, durante il picco dell’emergenza, questa volta si parla di “cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico”.
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