In questi momenti di emergenza sanitaria, la macchina-stato cerca anche di concentrarsi su un altro grande elemento di crisi per il paese, ovvero la mancata crescita, che arresta qualsiasi reale tentativo di ripresa economica. Infatti, l’ultimo trimestre del 2019 ha chiuso con il Pil al -0,3%, tenendo sempre minacciosa e ben vicina l’ombra della recessione.
In questi giorni il premier Giuseppe Conte ha proposto una strategia in due tempi, definita “grande terapia d’urto”, il cui scopo è rimettere in modo il paese, guardando oltre la gestione dell’epidemia. Il piano consiste in misure straordinarie per aiutare a rilanciare il sistema produttivo, che mirano soprattutto a sostenere la ripresa degli investimenti pubblici e privati, in connessione principalmente con le società partecipate, Fs ed Anas. Uno degli schemi è già disposto, con 100 milioni recuperati da risorse interne del Mise, che attendono lo stanziamento del Mef.
Sotto studio troviamo anche: sgravi fiscali per agevolare il rientro delle produzioni delocalizzate all’estero; un Piano straordinario edifici e fondo per la patrimonializzazione delle imprese edili; il fondo di supporto alle crisi industriali; l’aumento delle aliquote per ecobonus ed efficienza energetica oltre che a quelle dedicate al bonus ricerca e sviluppo; la trasformazione dell’Enea in un’Agenzia per il trasferimento tecnologico. Misure più mirate (in via di definizione) sono previste per il settore turismo e quello dei trasporti, mentre i singoli settori industriali e l’export che saranno oggetto di interventi più strutturali.
Si sta ragionando anche sull’estensione del raggio d’azione di misure previste per far fronte all’emergenza Covid-19 ed aiutare il settore turistico e fieristico, che ha subito un gran numero di cancellazioni in relazione all’emergenza sanitaria in atto. Inizialmente pensato per le zone a rischio, potrebbe ampliarsi diventando maggiormente strutturale, confluendo nel decreto crescita. Si parla anche di accesso semplificato al fondo di garanzie per le piccole e medie imprese, con lo scopo di fornire liquidità alle Pmi, forse estendibile oltre il perimetro delle zone colpite dal Coronavirus.
Il decreto si occupa anche del rilancio delle infrastrutture, con anche la possibilità di uno sblocca cantieri bis, per sistemare quanto non funzionante nel decreto dell’anno scorso promosso dal governo giallo verde.
La priorità sul Dl crescita rimane quella del decreto emergenza, per gestire l’epidemia di Covid-19, che ha tra le proposte la proroga sul decreto crisi d’impresa, che doveva entrare in vigore ad agosto, ma probabilmente sarà posticipato al prossimo anno, per aiutare le imprese che stanno affrontando questo momento di difficoltà. Inoltre, si parla anche di sospendere le scadenze più pressanti per le imprese presenti nelle zone colpite dal virus.
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