La Rivista del Sindaco


SULLA TRASPARENZA I COMUNI ANCORA MOLTO INDIETRO

Qualità della PA
di La Posta del Sindaco
23 Maggio 2017

Secondo una indagine della Fondazione Etica largamente disattesa l’applicazione del Dl Trasparenza e del Foia

Comuni, ecco i campioni della trasparenza (di Fabio Savelli sul “Corriere della Sera” del 23 maggio 2017)
Sul “Corriere della Sera” di oggi compare un articolo - non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo - che denuncia il ritardo con cui la maggior parte dei Comuni italiani sta rispondendo alla sfida della trasparenza, nonostante gli obblighi di legge previsti dal decreto “Trasparenza”, già in vigore dal marzo del 2013, e quelli, molto più stringenti, introdotti dal Foia (Freedom of information act) a partire dallo scorso dicembre. Lo spunto arriva da un rapporto diffuso dalla Fondazione Etica, che avrebbe condotto un esame su nove Comuni - Brescia, Brindisi, Cuneo, Frosinone, Grosseto, Parma, Potenza, Salerno e Terni - salvandone, sempre dal punto di vista della trasparenza e della pubblicazione delle informazioni sui portali istituzionali, appena due: Cuneo e Parma. I due Comuni sono gli unici, ad esempio, a pubblicare i dati relativi ai premi per i dirigenti e i dipendenti e a specificare chi è stato incentivato di più e chi di meno. Se viene pubblicato dai Comuni l’elenco dei beni immobili, quasi mai ne è specificata la destinazione d’uso. Nota particolarmente dolente è quella della trasparenza sulla gestione degli appalti: anche se è formalmente presente l’elenco delle ditte fornitrici, risulta sostanzialmente illeggibile. Quindi sostanzialmente inutile, di sicuro non tale da rendere possibile quel “monitoraggio diffuso civico” più volte auspicato dal capo dell’Anac - l’Autorità anti corruzione - Raffaele Cantone. Insomma l’annunciata  - e rivendicata con orgoglio dal ministro Madia - rivoluzione dell’”open government” è ancora per lo più soltanto sulla carta. Nonostante qualche progresso sia stato fatto negli ultimi anni, si è ancora allo stato embrionale come riassume Paola Caporossi, vicepresidente della Fondazione Etica: «ancora oggi non è possibile comparare i Comuni sulla base dei servizi erogati. Quanti permessi a costruire o carte d’identità emettono, con che tempi e quanto personale e costi». In questo modo - aggiunge l’autore dell’articolo - risulta difficile per il cittadino, per lo Stato (nell’ottica dei trasferimenti agli Enti locali) e le banche (nella concessione dei prestiti) valutare se e quanto un Comune sia performante.

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