Numerose proroghe in attesa delle prime riforme

Il mille-proroghe estivo pare iniziare a prendere forma, e spiccano al suo interno la replica del bonus cultura per i diciottenni (che si vociferava sarebbe stato troncato) e il rinvio al 2019 dell'Isee precompilato. Tanti sono gli argomenti caldi, ma le necessità di queste proroghe sono principalmente relative alla volontà di bloccare la riforma delle intercettazioni stabilita dal governo Gentiloni e dare una scossa allo stallo in cui ci si è ritrovati dalle votazioni del 4 marzo fino alla formazione del governo e non ancora del tutto superato; molte sono le questioni importanti in sospeso, come il rimborso ai risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie.

Per ora sono ben 19 le proroghe proposte dal governo al fine di semplificare il Codice degli appalti e rilanciare gli investimenti di enti locali e regioni, ma sembra solo l'inizio di un percorso destinato ad arrivare a un decreto ben più vasto. L'obiettivo non sarà di facile raggiungimento, dovendosi fare strada tra l'entusiasmo ambizioso della maggioranza e la cautela mostrata dal ministro dell'Economia, come si è potuto constatate già con gli interventi sulla riforma del credito cooperativo e le prime prove di flat tax.

Dopo aver manifestato diverse perplessità sull'utilità del bonus cultura agli studenti, il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli ha annunciato che i 500 euro per chi diventa maggiorenne quest'anno saranno ancora emessi, così come il contributo di 2.500 euro per gli studenti dei conservatori finalizzato all'acquisto degli strumenti musicali e per gli scolari di altri indirizzi specialistici.

A causa di diverse difficoltà incontrate nell'incrociare in via telematica i dati dell'Inps e quelli dell'Agenzia delle Entrate, l'attuazione dell'Isee precompilato si vedrà slittare di un anno. Ci sono state alcune difficoltà di coordinamento con i Caf, a cui si sono sommati problemi legati alla privacy, che hanno costretto il garante ha ritardarne il via libera, anche per questo la sperimentazione della dichiarazione unica precompilata, prevista per marzo, subirà uno slittamento. Quindi, le dichiarazioni di milioni di famiglie italiane per accedere a servizi pubblici e welfare, con scadenza a settembre, dovranno seguire il tradizionale iter burocratico.

Il governo ha attuato queste numerose proroghe al fine di poter stabilire con più efficacia quello che dovrebbe diventare un decreto molto più esteso. Rimangono però diversi dubbi, perché tra le 19 proroghe troviamo, oltre  a quanto citato sopra, rinvii riguardanti denuncia di animali esotici, graduatorie per scuole all'estero, fino al calendario delle commissioni sull'abitazione nazionale, ma non si trova nessun accenno alla spinosa riforma del credito cooperativo. Dove il governo spinge e obietta, il ministro dell'Economia Tria tenta di rimanere cauto, dichiarando possibile qualche ritocco ai termini per i patti di coesione, ma senza mettere di nuovo in discussione il complesso di una riforma che assicura il carattere mutualistico delle Bcc e ne facilita l' accesso ai capitali di rischio. La continua pressione del governo sulla flat tax e sull'ampliamento delle soglie di fatturato incontra la cautela di Tria che continua a spiegare come "la somma di interventi si traduce in somma di costi", non facili da coprire, rischiando di mettere a rischio "la riforma complessiva". Stessa prudenza (e lentezza) viene posta sulla questione enti locali, che al momento si vedono confermare solo la proroga a ottobre dei presidenti in scadenza e i criteri di ripartizione dei fondi alle province.