DIGITALE TERRESTRE, POSTE E BANCHE: COMUNI DI MONTAGNA PENALIZZATI

Negli ultimi giorni l’Uncem, “il sindacato della montagna”, ha intrapreso una serie di iniziative per curare gli interessi dei suoi assistiti: i sindaci delle migliaia di piccoli Comuni sparsi per le Alpi e gli Appennini, ovvero per quella sorta di gigantesca “T” che costituisce la spina dorsale del nostro Paese. In particolare sono tre le questioni affrontate: il mancato potenziamento dei servizi postali, la chiusura degli sportelli bancari e la pessima o nulla ricezione del segnale del digitale terrestre nei Comuni montani. Se i sindaci dei piccoli Comuni hanno sicuramente apprezzato la volontà di Poste Italiane contenuta nel Piano Deliver 2020 di sospendere la chiusura, ormai considerata inesorabile, degli uffici postali per i prossimi tre anni (sulla decisione ha  sicuramente influito in maniera determinante il fatto che la legge 158/2017 sui piccoli Comuni ha definito di importanza fondamentale per le comunità locali l’erogazione dei servizi postali), è anche vero che molti di loro hanno chiesto a Poste un impegno maggiore per fornire servizi cosiddetti “smart” e per guidare le piccole amministrazioni verso la transizione al digitale. Per questo motivo l’Uncem ha inviato una lettera ai vertici dell’azienda. Oltre all’apertura di sportelli telematici viene anche richiesto che, lì dove i servizi hanno subito un brusco ridimensionamento in termini di apertura al pubblico e di consegna della corrispondenza, vengano ripristinate le condizioni originarie di funzionamento del servizio.
 
Una lettera di analogo tenore è stata inviata dal presidente dell’Uncem, Marco Bussone, ad Abi, Banca d’Italia e Consob per denunciare le conseguenze dell’abbandono dei servizi bancari nei Comuni di minori dimensioni, nonché per chiedere una vigilanza che non si limiti soltanto a quello che le banche fanno, ma anche a come gli istituti organizzano la loro presenza sui territori. Secondo FirstCisl, sindacato che rappresenta i lavoratori del settore terziario, nel nostro Paese ci sono 6.289 sportelli bancari in meno, più di 26.000 addetti in meno e ben 383 Comuni rimasti completamente privi di banche. Un problema che i sindaci  dei Comuni montani segnalano ormai da diversi anni. Secondo Uncem le chiusure degli sportelli, da parte di grandi gruppi multinazionali come di piccoli istituti del territorio, rappresentano un’emergenza che riducono “i diritti di cittadinanza” degli abitanti Comuni montani. Né la diffusione dei servizi on line dell’home banking possono rappresentare una alternativa valida per una popolazione spesso anziana e in territori spesso caratterizzati da un alto digital divide e da una connessione internet non abbastanza veloce per poter usufruire di tali servizi.
Infine, la questione della ricezione del segnale tv: secondo i dati raccolti dai diversi Corecom (Comitati regionali per le comunicazioni) ci sono circa cinque milioni di italiani che hanno difficoltà a vedere i canali Rai e gli altri che compongono il bouquet del digitale terrestre. Una situazione, peraltro, destinata  peggiorare con il passaggio al digitale terrestre 2. L’Uncem chiede quindi al Governo, come già fatto due anni fa, di destinare almeno 50 milioni di euro per dei nuovi ripetitori da inserire nelle aree montane. Risorse che sarebbero disponibili utilizzando parte del maggior gettito che il ministero per lo Sviluppo economico ha  incassato grazie al canone inserito nella bolletta elettrica.