L’Italia verso la moneta elettronica

I dati raccolti dall’Osservatorio Community Cashless Society 2018, pone l’attenzione sul fatto che ancora il Bel Paese sia troppo “cash addicted”, questo comportamento ci colloca fuori dai best performers europei (23esimi su 28). Alcuni dei principali componenti della filiera dei pagamenti come: BNL, Diners Club, Intesa San Paolo, Visa, Mastercard, PayPal, Poste Italiane, Sisal e via dicendo, sono molto attivi nell’ambito.

Nonostante ciò, l’Italia non è ferma al palo, ma cresce, anche se in maniera impercettibile, questo dipende notevolmente dal grande divario interno al Paese, per fare un esempio pratico, l’Italia è una 500 che sfida in velocità una Ferrari. Per monitorare questa problematica, si è deciso nel 2018 di introdurre il Regional Cashless Index (RCI), novità che si occupa di misurare lo sviluppo dell’idea della moneta elettronica nelle 20 Regioni del Paese. I primi dati vedono in prima posizione la Lombardia, con un punteggio che “doppia” la Regione Calabria.

In questa battaglia al momento non ci sono né vincitori né vinti, si richiede all’Italia di sviluppare una visione ed una strategia nazionale che avrà la finalità di accompagnare l’intero Paese verso questa transizione tutt’altro che facile, come già effettuato con successo da molti altri partner Europei (Svezia, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia e Francia) e extra Unione (India e Corea del Sud).

L’introduzione di questo sistema porrebbe la parola fine, alla crescente ondata di evasione fiscale, in cui l’Italia ormai annega.

Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione, l’Italia ha già mosso i suoi passi, creando il servizio “pagoPA” e supportandolo a livello nazionale.

L’obiettivo finale della migrazione verso una Cashless Society è quello di incentivare anche alcuni settori definiti “volano” per la società, come la Grande Distribuzione Organizzata (GDO), anche attraverso lo sviluppo dell’e-commerce.

La sfida per la modernizzazione del Paese è iniziata e non passa solo per le abitudini e i consumi, ma attraversa servizi e filiere industriali, raccogliendo “il guanto” l’Italia potrà vedere a testa alta un paese migliore.