Migliorano i tempi di pagamento delle amministrazioni pubbliche, ma non ancora abbastanza per Bruxelles
Stato, pagamenti scesi a 50 giorni (di Andrea Ducci sul “Corriere della Sera” del 22 febbraio 2017)
I tempi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni italiane ai propri fornitori dovrebbero rispettare una direttiva della Commissione europea che ha stabilito un tetto massimo di 30 giorni e - in alcuni casi tra i quali figurano anche i pagamenti effettuati dalle aziende sanitarie - di 60 giorni. Grazie all’introduzione (nel marzo del 2015) dell’obbligo della fatturazione elettronica e, anche, del monitoraggio dei pagamenti tramite la piattaforma dei crediti commerciali predisposta dalla Ragioneria generale dello Stato, sono stati raggiunti dei miglioramenti notevoli, ed i tempi di pagamento si sono sensibilmente ridotti. Ma non abbastanza da soddisfare i paletti fissati dall’Europa. Tanto che, giusto la settimana scorsa, la Commissione ha rimesso in moto l’iter che potrebbe far incorrere il nostro Paese in una procedura di infrazione (per questa particolare fattispecie possiamo vantare la compagnia di Grecia, Spagna e Slovacchia). Ora Roma avrà a disposizione i prossimi due mesi per cercare di scongiurare la procedura facendo presumibilmente leva sui buoni - seppur non ancora sufficienti - risultati raggiunti (nel primo semestre del 2016 il tempo medio di pagamento è sceso a 50 giorni) - e sulle nuove misure che intende adottare per riuscire a centrare gli standard Ue.
Saldo delle fatture, 47 miliardi in sei mesi
Dati definitivi sui pagamenti italiani non ce ne sono: l’unica certezza però è che il trend è positivo. Il motivo dell’incertezza è semplice: sebbene siano oltre 22 mila le amministrazioni ad essersi registrate sulla piattaforma per il monitoraggio dei crediti commerciali, non tutte rispettano l’obbligo di trasmettere i dati dei pagamenti. Infatti l’importo delle fatture effettivamente liquidate risulta superiore a quello registrato. Nel 2015, ad esempio, le amministrazioni pubbliche hanno ricevuto 23,4 milioni di fatture per un importo complessivo di 149,8 miliardi di euro, di cui circa 141 effettivamente liquidabili (la restante parte riguarda fatture sospese o oggetto di contestazioni). Sulla piattaforma della Ragioneria, però, risultavano pagate soltanto 15,2 milioni di fatture per un importo di 100 miliardi: si è arrivati quindi a poco più del 70% di quanto effettivamente liquidato. Il ministero dell’Economia ha calcolato che, nel 2015, il tempo medio di pagamento è stato di 73 giorni con una media di ritardo di 29 giorni. Secondo gli ultimi dati disponibili - quelli del primo semestre 2016 - la situazione è migliorata con un tempo medio intorno ai 50 giorni e con pagamenti effettuati per 47 miliardi a fronte di fatture emesse per un valore di 76 miliardi.
Castenedolo il Comune più veloce a liquidare
Castenedolo (BS) risulta l’amministrazione comunale più veloce nel pagamento delle fatture: addirittura con una media di 32 giorni in anticipo rispetto alla scadenza. Tra le amministrazioni più veloci, sempre rispetto ai dati del primo semestre 2016, l’Azienda ospedaliera di Perugia, il Comune di Rosignano Marittimo (LI) e lo stesso ministero dell’Economia. L’amministrazione del Sud più veloce, che però è al novantacinquesimo posto della “classifica” generale, è il Comune di Nicattaro (BA) che paga con 13 giorni di anticipo rispetto alla scadenza. L’andamento in miglioramento del trend generale è confermato anche dai dati di Farmindustria per il settore della sanità pubblica: se nel dicembre 2012 i pagamenti arrivavano in media dopo 221 giorni - un ritardo monstre che ha fatto fallire più di un fornitore - nel dicembre 2016 i giorni sono scesi a quota 72. Per molti ancora troppi, ma comunque non molto distanti dalla soglia europea dei 60 giorni. La maglia nera regionale spetta al Molise con 516 giorni, mentre ill record positivo va all’Umbria con 31 giorni, seguita a ruota dalla Campania con 33 giorni.
L’Ue prepara l’infrazione. Le contromosse italiane
Già nel 2014 il forte ritardo nei pagamenti delle amministrazioni pubbliche aveva spinto l’Ue ad aprire un iter per sanzionare l’Italia. Ma i provvedimenti italiani per introdurre dei correttivi e le promesse di riuscire ad ottenere un drastico abbassamento dei tempi bastarono ad evitarlo. Ora però Bruxelles è tornata alla carica e, nei prossimi due mesi, il Governo italiano predisporrà una lettera per indicare gli impegni che intende assumere e rivendicare i risultati già raggiunti. Verrà anche ricordato lo sforzo fatto per smaltire la mole di debiti pregressi: 47 miliardi di euro attraverso robusti anticipi di liquidità tra il 2013 e il 2015. Il Governo, inoltre, intende introdurre l’ultima versione di Siope, il sistema di rilevazione dei pagamenti dai tesorieri di tutte le amministrazioni che aggiorna in tempo reale la piattaforma dei pagamenti senza obbligo di apposito caricamento dei dati. L’obiettivo è quello di disporre finalmente di dati puntuali sull’andamento dei pagamenti e gli eventuali ritardi.