G-7: IL CONSIGLIO DI STATO BLOCCA UN APPALTO CONSIP

Guerra di ricorsi, si complica l’organizzazione del G-7 italiano (di Gerardo Pelosi su “Il Sole 24 Ore” del 23 marzo 2017) 
Il Consiglio di Stato ha bloccato uno degli appalti relativi all’organizzazione del prossimo G-7 a nemmeno un paio di mesi dall’evento principale, che si terrà a Taormina, e al quale saranno invitati i leader dei 7 Paesi più industrializzati del mondo (sarà anche la prima volta del neo-presidente americano nel nostro Paese). Questo rischia di complicare non poco l’organizzazione dell’importante evento e, visto che dal primo gennaio l’Italia ha il ruolo di presidenza del G-7 e sarà la nazione ospitante, ci espone ad una possibile pessima figura davanti al mondo intero. L’appalto annullato aveva assegnato i lavori per la gestione di tutti gli accrediti e il controllo degli accessi ai vertici dei capi di stato, alle undici riunioni ministeriali e a circa altre 60 riunioni collaterali. Si trattava di uno dei 4 lotti, per un valore stimato di 600 mila euro, già assegnati dalla Consip.  La vicenda ci sembra interessante perché, oltre a far temere per le possibilità del nostro Paese di riuscire ad ospitare e a presiedere in maniera adeguata la serie di eventi in programma, apre uno “spaccato inquietante” sul funzionamento della Consip - peraltro già al centro di una bufera giudiziaria giusto in questi giorni - e sui “criteri che regolano gli appalti pubblici nel nostro Paese”. L’assegnazione dell’appalto, poi bloccato dal Consiglio di Stato, è avvenuta sulla base di un capitolato che non attribuisce alcun valore a precedenti esperienze specifiche. E infatti, ad aggiudicarselo, è una società che non può vantare esperienze nel settore e che vince la gara sulla principale concorrente esclusivamente sulla base di un prezzo notevolmente al ribasso. La principale concorrente - che invece può vantare nel curriculum la gestione degli accrediti e del controllo accessi di tutti i principali G-7 e G-8 tenutisi in Italia, nonché degli eventi legati alla presidenza italiana della Ue nel 2003 e nel 2014 - a questo punto ricorre al Tar, che dà ragione alla Consip. Ricorre allora al Consiglio di Stato, che invece accoglie il ricorso e dispone “l’inibitoria alla stipula del contratto” tra Consip e la società aggiudicataria. Praticamente una sospensiva in attesa di valutare se la società vincitrice dell’appalto gestito da Consip sia “in possesso dei requisiti di ordine oggettivo richiesti dalla lex specialis di gara in relazione alle pregresse esperienze in materia di accreditamento”. A questo punto è la Consip a ricorrere contro la sospensiva invocando motivi di particolare urgenza per la stipula dei contratti e - nel goffo tentativo di suffragare la propria tesi - anticipa di circa un mese la data di un paio di incontri. Il Consiglio di Stato, nel rigettare il nuovo ricorso, non ha potuto esimersi dal “bacchettare” la Consip, rilevando come le riunioni in questione in realtà si terranno all’incirca un mese dopo quanto indicato nel ricorso, come del resto “facilmente riscontrabile dal sito stesso del G-7”. Insomma: complimenti per la professionalità e la competenza con cui sono stati gestiti appalti e ricorsi. Sperando che soltanto di questo si tratti (n.d.r.).