LE LINEE REGIONALI NELL’ORBITA DI RFI

Ferrovie, Rfi valuta 4mila chilometri di linee regionali (di Giuseppe Latour su “Il Sole 24 Ore” del 3 maggio 2017)
Con l’articolo 47 del Decreto legge n. 50 del 24 aprile 2017 - la cosiddetta “manovrina” - si avvia un processo fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: Rete Ferroviaria Italiana diventa il soggetto designato a colmare il gap tecnologico e di sicurezza delle linee ferroviarie regionali e ad adeguarlo agli standard del resto della rete nazionale. Ma potrà anche - e questa è la principale novità - stipulare accordi con le Regioni e i gestori locali per subentrare nella gestione tout court dei circa 4mila chilometri di linee regionali. La società del gruppo Fs già gestisce i circa 16.700 chilometri della rete nazionale, la parte ritenuta più avanzata da un punto di vista tecnologico e di sicurezza, mentre i restanti 3.700 chilometri formano la rete locale delle “ex concesse” - in forte deficit di investimenti strutturali -  gestita da Regioni e Province autonome. La parte più pregiata delle linee locali è senza dubbio quella dei circa 2.000 chilometri interconnessi alla rete nazionale, mentre i restanti 1.700 chilometri sono rappresentati dalle reti regionali “isolate” completamente da quella nazionale. La scelta di individuare Rfi quale “unico soggetto responsabile della realizzazione dei necessari interventi tecnologici” è giustificata dal fatto che le tecnologie ritenute necessarie sono le stesse che Rfi già utilizza sulla rete nazionale. In quanto alla possibilità di subentro anche nella gestione, sarebbero già in corso trattative per la rete di Umbria, Lazio ed Emilia Romagna. Per le linee locali interconnesse è già stato attivato dal Governo un primo piano di investimenti per 300 milioni. A questo verrà successivamente affiancato un fondo infrastrutture per altri 400 milioni. In totale quindi si arriva a 700 milioni di euro per tutte le ferrovie al di fuori del perimetro attualmente gestito da Rfi, una cifra che però ancora molto al di sotto del fabbisogno complessivo stimato per l’allineamento alla rete nazionale, che è di circa 1,8 miliardi di euro.