Allo scopo di aiutare e tutelare le Regioni, il Ministero del Lavoro ha deciso di proseguire anche quest'anno con gli ammortizzatori sociali (mobilità in deroga e Cigs), mettendo a dispozione 117 milioni di euro per le regioni in cui si trovano le aree (18 in totale) soggette a una crisi industriale complessa. In questo modo, circa 60mila lavoratori sarebbero potenzialmente tutelati, in questo momento di difficoltà: molti hanno il sussidio scaduto, ritrovandosi quindi senza occupazione ma anche senza reddito.
Il ministro e vice premier Luigi Di Maio ha firmato il decreto interministeriale con cui saranno distribuite tra i territori le somme decise. Per fare alcuni esempi, alla Toscana (per le aree di crisi di Piombino e Livorno) andranno 36,6 milioni; al Lazio (con le aree di Rieti e Frosinone) 25,6 milioni; alla Sardegna (con l'area di Portovesme) 12,2 milioni, mentre alle Marche (con l'area di Val Vibrata-Valle del Tronto Piceno) poco più di 9 milioni.
Grazie ai 117 messi sul piatto, si potrà avere un allungamento dell'ammortizzatore sociale di 12 mesi, ovviamente sottostante alla presenza di un piano di recupero occupazionale, necessario ad attuare percorsi di politiche attive il cui scopo principale sarà ricollocare i lavoratori nel mondo del lavoro. Dopo la firma del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, il provvedimento sarà passato al vaglio dalla Corte dei Conti, cui spetta l'ultima parola. In chiave realista, dati i tempi della burocrazia, se tutto scorre come ci si aspetta, le persone interessante potranno godere dei sussidi non prima di giugno/luglio non prima di giugno-luglio.
Il vice premier Di Maio considera lo sblocco dei 117 milioni di euro un "impegno mantenuto", che in questo caso incontra anche il benestare dei sindacati, soddisfatti di questo punto del decreto, anche se Cgil e Cisl richiedono l'apertura di un tavolo di confronto, per quanto riguarda il lavoro e le politiche attive da attuare, soprattutto in considerazione dell'andamento sempre più preoccupante del settore occupazione (ancorai in frenata) e il riaccendersi delle crisi aziendali (non solo complesse). Continua anche il confronto sui navigator e i servizi per il lavoro, che non mette d'accordo le Regioni, anche se gli assessori hanno mostrato un'apertura sulla ripartizione tra i territori dei 3mila "tutor" proposta dal governo.
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