IN CRESCITA LA PRESSIONE FISCALE SULLE PMI

Pmi, il fisco non allenta la presa (di Francesco Cerisano su “Italia Oggi” del 7 giugno 2017) 
Puntuale come sempre il rapporto annuale sul livello di tassazione delle piccole e medie imprese “Comune che vai, fisco che trovi” curato dall’Osservatorio permanente Cna. Secondo la Confederazione che rappresenta una buona fetta di Pmi e artigiani, nel 2017 le tasse hanno ricominciato a salire: il “total tax rate”, cioè il peso complessivamente esercitato dal fisco, quest’anno si attesterà al 61,2%, ovvero ad uno 0,3% in più rispetto al 60,9% del 2015 e del 2016. Un segnale sicuramente non incoraggiante, anche se comunque lontano dal picco del 64,5% raggiunto nel 2012, l’anno della manovra “lacrime e sangue” del Governo Monti. C’è però da quest’anno una novità che, se scelta dalla maggioranza delle imprese, potrebbe far scendere il total tax rate medio a livello nazionale fino al 58,1%. Si tratta dell’Iri, la nuova imposta sul reddito delle imprese che alleggerisce la tassazione sui capitali lasciati in azienda.  Il report curato dalla Cna analizza la tassazione in 135 città italiane (compresi tutti i capoluoghi di provincia) e basa la propria analisi su delle caratteristiche dimensionali - 431 mila euro di ricavi, un impiegato, quattro operai e 50 mila euro di reddito - ritenute rispondenti a quelle dell’”impresa italiana tipo”. L’andamento del total tax rate si ripercuote anche sul raggiungimento del “tax free day”, ovvero del giorno della “liberazione fiscale” in cui l’imprenditore smette di lavorare per pagare le tasse e comincia a guadagnare per se stesso. Quest’anno il “giorno della liberazione” dovrebbe essere festeggiato il 10 agosto, come fatto anche nel 2016. Ma chi sceglierà di optare per l’Iri, potrebbe addirittura anticipare i festeggiamenti al 30 luglio. Analizzando i dati del rapporto Cna a livello locale, colpisce come al solito la grande differenza del livello di tassazione imposta sulle Pmi a seconda del Comune. Ad esempio, essere imprenditori a Reggio Calabria significa dover pagare le tasse più alte d’Italia - il 73,4% - e dover lavorare fino al 24 settembre prima di poter cominciare a guadagnare per sé. Molto meglio a Trento, la meno avida, dove il total tax rate si ferma al 54,1% e il tax free day si raggiunge già il 16 luglio.  

La Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa ha avanzato una serie di richieste al Governo al fine di alleggerire il peso delle tasse sulle imprese, a partire da quelle personali e dal lavoro autonomo, proponendo che vengano utilizzate le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione. In questo senso, la Confederazione dà un giudizio positivo sull’Iri - la nuova tassa introdotta dalla legge di bilancio 2017 - perché consente, anche alle ditte individuali e alle società di persone, di pagare le tasse separando il reddito di impresa (che viene in questo modo tassato al 24%, un livello molto più basso dell’Irpef) da quello personale, così come già avviene per le società di capitali. Per continuare su questa strada, però, secondo la Cna è necessario rendere completamente deducibile l’Imu pagata sugli immobili strumentali e occorre ridefinire il concetto di autonoma organizzazione ai fini Irap, aumentando ad almeno 30 mila euro la franchigia, mentre le detrazioni relative alle spese edilizie dovrebbero essere trasformate in crediti di imposta cedibili agli intermediari finanziari. In ultimo, sul capitolo controlli, la Confederazione chiede che venga fatto un uso più razionale della fatturazione elettronica, eliminando al più presto reverse charge e split payment.