EMERGENZA MIGRANTI: NO AD ALTRI ARRIVI NEI COMUNI SPRAR

Ma i sindaci si ribellano «Basta nuovi arrivi, ci pensino i prefetti» (di Laura Natoli su “Nazione-Carlino-Giorno” del 30 giugno 2017) 
I Comuni italiani non sono più in grado di gestire e di accogliere in maniera adeguata altri flussi di migranti sui loro territori e l’emergenza non può essere riversata soltanto su quelli che hanno aderito al progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Quella che si rischia, altrimenti, è una “rivolta” dei sindaci o quantomeno - nelle parole di Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione - delle ripercussioni sui territori in caso di nuovi arrivi. E si sta parlando di quei primi cittadini che, finora, hanno collaborato con il ministero dell’Interno nella gestione dell’emergenza ma che, nel caso dovessero verificarsi nuovi arrivi, potrebbero fare marcia indietro, anche perché avrebbero difficoltà a difendere scelte fatte in precedenza su questioni che difficilmente portano il consenso degli elettori. «I patti si rispettano e noi non siamo pronti a ospitare ulteriori flussi. I prefetti si devono dare da fare, è un lavoro che compete a loro - queste le categoriche parole di Biffoni, che prosegue - Bisogna che tutti si facciano carico di questa emergenza e ben venga, in questo senso, la proposta Gentiloni di una moratoria sugli arrivi nei porti». E a proposito dello Sprar: «E’ un percorso che dà ottimi risultati e riesce a fare inclusione ma ha bisogno di tempi di realizzazione e preparazione. Lo Sprar doveva essere garanzia di accoglienza sostenibile ed efficace, con numeri stabiliti in base alla popolazione residente». Altra cosa diventerebbe se in quei luoghi si decidesse di ammassare rifugiati per far fronte all’emergenza che si sta determinando in seguito agli arrivi di questi giorni. Da qui la richiesta fatta ai prefetti affinché facciano in modo che i migranti siano distribuiti in maniera equa, coinvolgendo anche i Comuni - peraltro ancora in maggioranza - che finora hanno deciso di fare muro di fronte a qualsiasi ipotesi di accoglienza.