Dopo molte affermazioni, talvolta contrastanti, e una campagna elettorale che appoggiava il movimento no-vax, il governo M5S-Lega fa dietrofront sulla questione vaccini: niente obbligo flessibile e porte d'ingresso chiuse per i bambini non vaccinati. Durante la commissione Affari sociali, la maggioranza M5S-Lega ha proposto di sopprimere la proroga dell'obbligo di vaccinazione per l'iscrizione scolastica, presente nel comma 3 dell'articolo 6 del decreto legge 91/2018 detto Milleproroghe, da loro stessi stabilita. Sia Lega che M5S avevano approvato due identici emendamenti per congelare l'entrata in vigore dell'obbligo di vaccinazione, introdotto dal decreto Lorenzin, per la durata di una anno, ovvero fino all'anno scolastico 2019/2020. Per Vito De Filippo, capogruppo PD in commissione Affari sociali della Camera, "Si tratta di una clamorosa retromarcia e di una straordinaria vittoria della buona politica, della scienza e del buon senso".
La replica di Vittoria Baldino, relatrice M5S del decreto Milleproroghe, tende a chiarire la scelta dichiarando che "Sui vaccini il nostro Paese ha bisogno di una disciplina organica e razionale. Per questo motivo si è deciso di affrontare questo lavoro nello strumento del ddl liberando il Milleproroghe, che assolve a funzioni diverse, da questa incombenza. In questo modo potremo definitivamente superare il decreto Lorenzin, un testo di carattere emergenziale, causa dei malfunzionamenti e del caos che abbiamo dovuto affrontare fino ad oggi. Il nuovo disegno di legge sui vaccini sarà in grado di definire un quadro normativo completo e coerente, che andrà di pari passo con l'istituzione dell'indispensabile Anagrafe vaccinale. L'obbligo e le eventuali sanzioni verranno quindi discussi nella sede opportuna, come è giusto considerata l' importanza di tali temi".
La maggioranza stava già trovando profondo ostruzionismo, destinato a crescere riguardo questa questione, in particolare da parte del PD, ma anche da parte di medici, pediatri ed esperti vari dell'Istituto superiore della sanità, che da tempo avevano contestato la scelta della proroga, affermando che in questo modo si sarebbe messo a rischio la salute di molti bambini. Scelta criticata anche a livello globale, in cui si è iniziata a dipingere l'Italia come uno dei paesi a rischio per la ricomparsa di malattie infettive da tempo debellate nei paesi cosiddetti civilizzati.
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