La Rivista del Sindaco


ILLUMINAZIONE PUBBLICA: UN CONSUMO ECCESSIVO E SCARSAMENTE EFFICIENTE

Secondo l’Osservatorio di Cottarelli si potrebbero conseguire risparmi per oltre 300 milioni di euro
Finanza Locale
di La Posta del Sindaco
19 Giugno 2018
In Italia per l’illuminazione pubblica si spendono (dati 2017) 1,7 miliardi di euro all’anno. Il consumo pro capite di elettricità pubblica è pari a 100 chilowattora annui, il doppio del consumo medio pro capite europeo (51 kWh). La spesa media pro capite, nel 2016, è stata in Italia di 28,7 euro contro una media europea di 16,8 euro. Se si guarda ai Paesi più spesso oggetto di confronto con il nostro, troviamo che in Francia è stata di 20,3 euro, nel Regno Unito di 14,2 e, in Germania, di soli 5,8 euro. Il dato sul consumo di energia elettrica in Italia è stabile da almeno un decennio: il numero di gigawattora complessivi consumati nel 2017 - circa 6.000 – è lo stesso del 2007.  Il nostro Paese è di fatto uno dei più illuminati del continente, come risulta immediatamente evidente anche se si guarda una delle fotografie scattate dai satelliti della Nasa per documentare la luminosità notturna dei cieli d’Europa. Un consumo giudicato eccessivo e certamente non efficiente dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani – il gruppo di economisti diretto dall’ex commissario alla revisione della spesa pubblica, e presidente del consiglio incaricato (seppur per solo tre giorni), Carlo Cottarelli – che all’argomento ha dedicato di recente un articolo. Tra le regioni con il consumo pro capite più alto spiccano la Valle d’Aosta (199 kWh), la Calabria (151 kWh), la Basilicata (143 kWh), l’Abruzzo (142 kWh) e il Molise (138 kWh), mentre tra quelle con il consumo più basso troviamo la Campania (80 kWh), il Lazio (81 kWh), il Veneto (85 kWh) e la Lombardia (88 kWh). A livello di province, il maggior consumo si registra a Parma (254 kWh), Rieti (204 kWh) e Aosta (199 kWh), il minore a Napoli (49 kWh), Milano (65 kWh) e Prato (66 kWh). Se si eliminano Napoli e Milano che, a causa della loro popolosità, beneficiano di maggiori economie di scala, troviamo, insieme a Prato, Bolzano (71 kWh) e Vicenza (72 kWh).
 
Ma quanto si potrebbe risparmiare se i consumi italiani si allineassero a quelli europei, e in che modo? Una stima fu già fatta ai tempi in cui Cottarelli era commissario alla revisione della spesa, nel 2014, allorché il risparmio potenziale fu calcolato in circa 300 milioni di euro in tre anni. Le misure previste per conseguire tali risultati erano state suddivise tra quelle di breve periodo, a costo zero, e quelle di medio, che invece richiedevano degli investimenti. Nel breve periodo fu proposto di spegnere gli impianti di illuminazione pubblica extra urbani e i punti luce delle aree artigianali e industriali. Non se ne fece, né è stato fatto finora, nulla. Molto probabilmente per la convinzione assolutamente priva di fondamento scientifico - così almeno, sostiene l’Osservatorio di Cottarelli, avrebbero dimostrato recenti studi - che esista una relazione tra luminosità e sicurezza, sia in relazione alla circolazione stradale che a possibili eventi criminosi. Le misure da intraprendere a medio termine prevedevano invece investimenti, soprattutto da parte dei Comuni, per passare alla illuminazione a led. Cosa che in effetti sta avvenendo ma, non essendoci delle chiare direttive nazionali, non sempre in una maniera rispettosa dell’ambiente e della salute (ad esempio attraverso l’impiego di led non inquinanti, a luce calda e non blu). Rispetto alle soluzioni prospettate nel 2014, altre se ne potrebbero aggiungere oggi secondo l’Osservatorio. Ad esempio attraverso l’installazione di orologi astronomici, la regolazione della luminosità di alcuni impianti, il passaggio al led per le gallerie e l’illuminazione dei semafori, l’adeguamento dei servizi di manutenzione ai costi di mercato o l’impiego intensivo di sensori di movimento o di illuminazione adattiva. Applicando tali misure si stima che, nel medio-lungo periodo, i consumi pro capite in Italia potrebbero dimezzarsi. Del resto un risultato simile è già stato conseguito in un Paese europeo: tra il 2007 e il 2016 la Germania ha ridotto la sua spesa pro capite per illuminazione pubblica del 53 per cento.

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