La Rivista del Sindaco


COMUNI: TORNANO A CRESCERE I DEFAULT

Finanza Locale
di La Posta del Sindaco
17 Luglio 2017

Studio dell’ordine dei commercialisti su “Lo stato di crisi degli enti locali”

Comuni in dissesto, serve un rating (di Valeria Uva su “Il Sole 24 Ore” del 17 luglio 2017) 
Dopo anni di (relativa) calma, i dissesti dichiarati dai Comuni stanno lentamente, ma inesorabilmente, tornando a crescere e non sempre gli allarmi conclamati dalle dichiarazioni di pre-dissesto riescono a determinare per tempo un cambio di rotta. Questo almeno è quanto emergerebbe dallo studio “Lo stato di crisi degli enti locali” realizzato dalla Fondazione commercialisti insieme al Consiglio nazionale del medesimo ordine. Se si analizza la serie storica - utilizzando anche i dati messi a disposizione dalla Corte dei conti, l’Anci e Ifel - a partire dal 1989 (anno di entrata in vigore dell’attuale normativa sul default negli Enti locali) e fino al novembre del 2016, si vede che sono stati 556 i Comuni andati nel tempo in dissesto finanziario, ovvero il 7% del totale. A questi se ne sono aggiunti altri 6 - compreso il Comune capoluogo di Benevento - nei primi mesi del 2017. L’andamento ha mostrato delle fasi alterne:  dopo un picco proprio nel 1989 (con 125 default) in conseguenza dell’introduzione delle nuove regole, si è assistito ad una diminuzione graduale del fenomeno anche in virtù delle misure “incentivanti” che consentivano di ripianare i debiti del default con mutui a carico dello Stato. Dai primi anni 2000, in corrispondenza con la rivisitazione del Tuel e della riforma del Titolo V della Costituzione (e la scomparsa degli incentivi di Stato), la curva dei dissesti si è trasformata in una linea piatta tendente verso lo zero. Si è assistito invece ad una ripresa a partire dal 2008, arrivando al picco di 24 default nel 2014 e di 17 lo scorso anno. Secondo il vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Davide Di Russo, il motivo del nuovo aumento è imputabile anche all’introduzione delle ultime riforme contabili: «Ci sono situazioni pregresse sottovalutate finora, che stanno venendo alla luce soltanto adesso in seguito all’armonizzazione contabile prevista dal Dl 118 del 2011 e scattata dal 2015 in poi».  

Se si allarga lo sguardo a tutte le situazioni di crisi in corso nei Comuni - comprese quelle di “semplice” deficit o di pre-dissesto - allora i numeri crescono sensibilmente e ci si accorge che sono 325 le amministrazioni che attualmente hanno i bilanci in pericolo. Di queste, 67 sono in deficit, 151 sono in fase di pre-disseto e 107 sono in dissesto conclamato. A colpire è anche la distribuzione geografica del fenomeno: l’80% dei Comuni in difficoltà si trova al Sud dove, dal 2011 al 2015, i casi di dissesto sono triplicati. Un fenomeno preoccupante, anche perché le conseguenze negative dei default si riversano sui cittadini visto che l’ente in dissesto può alzare le tasse locali al di fuori dei limiti imposti dalle leggi di bilancio, sulle imprese (soprattutto locali) perché il dissesto ostacola “l’ordinata estinzione dei debiti e dunque la salute economica dei fornitori” e, per ultimo, le conseguenze negative sono anche politiche, visto che il commissariamento dell’Amministrazione in default interrompe il “normale funzionamento democratico”.  I commercialisti non si limitano a scattare una semplice fotografia della situazione, ma avanzano anche alcune proposte per cercare di limitare il fenomeno. In primo luogo suggeriscono di rivedere i parametri che decretano lo stato di default, perché a loro giudizio gli attuali dieci indicatori di squilibrio sarebbero troppi e andrebbero semplificati. Nel contempo occorrerebbe introdurre anche un rating - sintetico - di salute finanziaria: «Al massimo tre indicatori - precisa Di Russo - che facciano emergere subito la reale situazione finanziaria dell’ente». In ultimo, secondo l’associazione dei commercialisti, andrebbero rafforzati i controlli preventivi sulle realtà più a rischio che - secondo quanto emergerebbe dall’indagine - sono i Comuni al di sotto dei 15 mila abitanti.
 
 

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