La Rivista del Sindaco


STUDIO DELL’ISTAT SUL FUTURO DEMOGRAFICO DELL’ITALIA

Tra meno di 50 anni previsti sei milioni e mezzo di cittadini in meno, con un calo molto più marcato nel Mezzogiorno
Qualità della vita
di La Posta del Sindaco
04 Maggio 2018
L’Istituto nazionale di statistica ha provato a tracciare l’evoluzione del quadro demografico del nostro Paese per i prossimi cinquanta anni circa, per l’esattezza fino al 2065. Malgrado la variabiltà tipica degli eventi demografici – tant’è che le previsioni fornite rientrano in uno scenario definito come ”mediano” e quindi compreso tra una stima di minima ed una di massima - l’Istat si sbilancia e definisce le possibilità che la popolazione italiana possa aumentare da qui al 2065 molto remote: pari soltanto al 9%. Le previsioni ritenute più probabili invece danno una popolazione complessiva di 59 milioni nel 2045, quindi di 1,6 milioni in meno rispetto ai 60,6 milioni del 2017, e con un calo di addirittura 6,5 milioni nel 2065, quando la popolazione sarà pari a 54,1 milioni. E mentre nel Centro-Nord, dopo circa un trentennio di bilancio demografico positivo, si dovrebbe assistere ad un calo della popolazione soltanto a partire dal 2045, nel Mezzogiorno già si assiste a tale fenomeno, che continuerà a caratterizzare tutto il periodo preso in considerazione, fino ad arrivare nel 2065 ad un calo di circa 3,5 milioni nel Sud e di oltre 1,5 milioni nelle Isole. Nello stesso anno, inoltre, il Centro-Nord è previsto che accoglierà il 71% di tutti gli italiani, contro il 66% attuale, e il Mezzogiorno il 29% contro il 34% attuale.
 
Tra qualche anno il saldo naturale annuo – la differenza tra le nascite e i decessi nell’arco di un anno – si assesterà stabilmente a quota -200 mila, per poi passare la soglia dei -300 mila e dei -400 mila nel medio e lungo termine. Entro il 2065, è previsto che la vita media si allunghi di circa 5 anni per entrambi i sessi: 86,1 anni per gli uomini e 90,2 per le donne. Il saldo migratorio con l’estero si prevede che sarà positivo, sebbene contraddistinto da una grande incertezza. Entro il 2065 si prevede che gli emigrati dall’Italia saranno stati 6,6 milioni mentre gli immigrati in Italia 14,6 milioni. Questi ultimi però è previsto che saranno in graduale diminuzione: dalle 337mila unità annue iniziali alle 271mila del 2065. Nel corso del periodo preso in esame si prevede che il saldo migratorio sulla dinamica di nascite e decessi comporterà 2,6 milioni di residenti aggiuntivi in Italia. Le migrazioni interne al Paese favoriranno ancora il Centro-Nord, ma seguiranno un’evoluzione di leggero declino man mano che le generazioni di giovani e adulti, le più interessate dai movimenti migratori, tenderanno a ridursi numericamente. L’Istat prevede infatti che il processo di invecchiamento della popolazione italiana sarà sicuro e consistente: l’età media passerà dagli attuali 44,9 anni agli oltre 50 del 2065. Il picco di invecchiamento è previsto per il 2045-2050, allorché la quota di ultra 65enni sarà pari a circa il 34% della popolazione totale.
 
Il Report dell’Istat “Il futuro demografico del Paese” è disponibile in allegato

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