La Rivista del Sindaco


COMUNI SENZA MACCHIA E ALTRI COMUNI - PARTE PRIMA

Una ricognizione dei bilanci 2016 sui Comuni con indicatori di deficitarietà positivi - Analisi dei loro profili e confronti
Finanza Locale
di La Posta del Sindaco
18 Aprile 2018
Il presente lavoro, che rappresenta la prima parte di un più ampio lavoro che si è voluto dividere in due parti, è stato sollecitato da un apprezzabile documento di ricerca datato 30 giugno 2017 (“Lo stato di crisi degli Enti locali”) curato da Anna De Toni per conto della Fondazione Nazionale Commercialisti, che ha inteso fotografare lo stato di crisi degli Enti locali rilevando le situazioni di criticità nei Comunali ed, in particolare, quelle indicative di situazioni di deficitarietà strutturale, di pre-dissesto e dissesto.

La fonte dei dati della nostra analisi è rappresentata (come del resto nel caso dello studio richiamato e di altri lavori sull’argomento come, ad esempio, la ricerca curata da Marcello Degni “Le criticità finanziarie dei Comuni italiani: spunti per un’analisi ricostruttiva”, http://www.rivistacorteconti.it/Ultimo_fascicolo/ultimo_fascicolo.ht) dalla banca dati dei certificati consuntivi pubblicata dal Ministero dell’Interno, in particolare dal Quadro 50 del certificato.
 
L’oggetto di indagine

I parametri di deficitarietà considerati (vedi allegato 1B del Decreto Ministeriale 18 febbraio 2013) sono così sintetizzabili*:

PAR 1 - Risultato contabile di gestione negativo in misura superiore al 5% delle entrate correnti

PAR 2 - Residui attivi generati dalla gestione di competenza, relativi ai titoli I e III, per un importo superiore al 42 % rispetto alle Entrate accertate dei medesimi titoli I e III

PAR 3 - Ammontare dei residui attivi generati dalla gestione dei residui attivi relativi ai titoli I e III superiore al 65 % delle Entrate accertare relative ai titoli I e III dell’anno di competenza

PAR 4 - Volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I superiori al 40% degli impegni della medesima spesa corrente

PAR 5 - Procedimenti di esecuzione forzata superiore allo 0,5 per cento delle spese correnti

PAR 6 - Incidenza della spesa complessiva per il personale sul totale Entrate correnti dai titoli I, II e III, > 40% per i Comuni < 5.000 abitanti; > 39% per i Comuni da 5.000 a 29.999 abitanti; > 38% per i Comuni più grandi

PAR 7 - Incidenza dei debiti da finanziamento non assistiti da contribuzioni: > 150% delle Entrate correnti per i Comuni con risultato contabile di gestione positivo; >120% per i Comuni con risultato contabile di gestione negativo

PAR 8 - Incidenza dei debiti fuori bilancio riconosciuti nel corso dell’esercizio superiore all’1% sulle Entrate correnti accertate; (indice negativo se tale soglia viene superata negli ultimi tre esercizi finanziari)

PAR 9 - Esistenza al 31/12 di anticipazioni di tesoreria non rimborsate superiori al 5% rispetto alle entrate correnti

PAR 10 - Ripiano di squilibri in sede di provvedimento di salvaguardia di cui all’art. 193 del Tuoel con misure di alienazione di beni patrimoniali e/o avanzo di amministrazione superiore al 5% dei valori della spesa corrente.

(* Per una descrizione più analitica di ciascun parametro consultare  http://finanzalocale.interno.gov.it/apps/floc.php/certificati/index/codice_ente/4170640620/cod/4/anno/2016/md/0/cod_modello/CCOX/tipo_modello/X/cod_quadro/50.)

Con specifico riferimento alla situazione di deficitarietà, la nostra analisi, che prende in esame i dati del 2016, ha rilevato la presenza di indicatori positivi nei conti del bilancio di 7.384 Comuni (su 8003, il 92,3% del totale), per una popolazione complessiva di 56.975.267 abitanti (su 60.665.551 il 93,9% del totale).

I Comuni che non hanno evidenziato indicatori di deficitarietà sono 4.578 (il 62% del campione esaminato). In essi risiede una popolazione complessiva di 30.464.104 abitanti (53,5% della popolazione considerata).

Per converso, i Comuni i cui certificati di conto consuntivo riportano almeno 1 indicatore di deficitarietà positivo sono 2.806 (38%), per una popolazione complessiva di 26.511.163 residenti (46,5% della popolazione totale).

La tabella che segue sintetizza le caratteristiche salienti (numero di Comuni e Popolazione coinvolta) dei due sottoinsiemi (Comuni SENZA indicatori e Comuni CON indicatori) che sono venuti a determinarsi.
 
   Comuni SENZAComuni SENZAComuni SENZAComuni SENZAComuni CONComuni CONComuni CONComuni CON
REGIONI -N° Comuni 2016 - ItaliaAbitanti 2016 ItaliaN° Comuni 2016Abitanti 2016% Comuni (su base reg.)% Popolazione (su base reg.)N° Comuni 2016Abitanti 2016% Comuni (su base reg.)% Popolazione (su base reg.)
VALLE D'AOSTA69115.69469115.694100,00%100,00%000,00%0,00%
TRENTINO A.A.199857.434167794.26883,90%92,60%3263.16616,10%7,40%
PIEMONTE1.1714.317.5889642.864.10782,30%66,30%2071.453.48117,70%33,70%
LOMBARDIA1.4689.645.0191.2058.648.22082,10%89,70%263996.79917,90%10,30%
VENETO5364.692.0114224.099.35478,70%87,40%114592.65721,30%12,60%
EMILIA ROM.3274.381.1752433.960.91074,30%90,40%84420.26525,70%9,60%
FRIULI V.G.1821.113.465135960.12674,20%86,20%47153.33925,80%13,80%
LIGURIA2241.533.550155737.91969,20%48,10%69795.63130,80%51,90%
TOSCANA2673.680.9031802.744.54467,40%74,60%87936.35932,60%25,40%
MARCHE1911.328.355121983.95363,40%74,10%70344.40236,60%25,90%
SARDEGNA3391.576.308195641.41357,50%40,70%144934.89542,50%59,30%
UMBRIA84784.94244319.25952,40%40,70%40465.68347,60%59,30%
BASILICATA129566.34262209.91648,10%37,10%67356.42651,90%62,90%
ABRUZZO2771.195.721121543.34243,70%45,40%156652.37956,30%54,60%
PUGLIA2463.985.1391021.161.10041,50%29,10%1442.824.03958,50%70,90%
MOLISE130305.2544469.49833,80%22,80%86235.75666,20%77,20%
LAZIO3525.740.605110585.17731,30%10,20%2425.155.42868,80%89,80%
CAMPANIA5215.541.973131572.09125,10%10,30%3904.969.88274,90%89,70%
CALABRIA3891.856.40671155.46518,30%8,40%3181.700.94181,70%91,60%
SICILIA2833.757.38337297.74813,10%7,90%2463.459.63586,90%92,10%
ITALIA7.38456.975.2674.57830.464.10462,00%53,50%2.80626.511.16338,00%46,50%
            

 
La tabella, che presenta un ordinamento decrescente del valore della variabile “% Comuni su base regionale senza indicatori positivi”, vale a dire, della incidenza dei Comuni senza problemi di deficitarietà sul totale dei Comuni, evidenzia quanto segue: a) in Valle d’Aosta nessun Comune ha problemi di deficitarietà (e, quindi, esce di scena, a partire da questo momento, dagli sviluppi della nostra analisi); b) i Comuni compresi nelle regioni Trentino A.A., Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna evidenziano le percentuali più elevate di Comuni senza problemi di deficitarietà rispetto al totale dei Comuni della regione di appartenenza; c) i valori più bassi della stessa incidenza percentuale li troviamo nelle regioni Molise, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia.

Gli stessi confronti effettuati su base demografica (incidenza della popolazione residente in Comuni con nessun indicatore di deficitarietà evidenziato sul totale della popolazione regionale) presenta una situazione non dissimile, ma con qualche riallocazione interessante. Infatti, dopo la Valle d’Aosta ed il Trentino A.A. al terzo posto troviamo l’Emilia Romagna, seguita da Lombardia, Veneto e Friuli. Il Piemonte viene sopravanzato anche da Toscana e Marche.

Per lo stesso motivo (conseguenza dell’effetto prodotto dai Comuni di maggiore peso demografico tra quelli con almeno 1 parametro positivo) il Lazio viene declassato al terzultimo posto.

Un’ultima considerazione va fatta a proposito dei Comuni (con e senza indicatori) che abbiamo individuato; essa riguarda le medie di popolazione per singolo Comune di ciascun cluster ripartito su base regionale. Procedendo con gli opportuni calcoli a partire dai dati a nostra disposizione, abbiamo i seguenti risultati:
 
REGIONIPopolazione media dei Comuni senza indicatori positivi (A)Popolazione media dei Comuni con indicatori positivi (B)Differenze (A - B)
EMILIA ROM.16.3005.00311.297
VENETO9.7145.1994.515
TOSCANA15.24710.7634.485
FRIULI V.G.7.1123.2633.850
LOMBARDIA7.1773.7903.387
MARCHE8.1324.9203.212
TRENTINO A.A.4.7561.9742.782
ABRUZZO4.4904.182309
MOLISE1.5802.741-1.162
BASILICATA3.3865.320-1.934
CALABRIA2.1905.349-3.159
SARDEGNA3.2896.492-3.203
PIEMONTE2.9717.022-4.051
UMBRIA7.25611.642-4.386
SICILIA8.04714.064-6.016
LIGURIA4.76111.531-6.770
PUGLIA11.38319.611-8.228
CAMPANIA4.36712.743-8.376
LAZIO5.32021.303-15.984
ITALIA6.6549.448-2.794

 
Può essere utile qualche commento.

Se interpretiamo l’assenza di indicatori positivi di deficitarietà come dato di virtuosità, ne deriva che, indipendentemente dall’andamento dei valori assoluti (quanti Comuni per quanta popolazione nell’uno e nell’altro cluster: dati, questi, che sono già stati resi disponibili nelle tabelle che precedono), possiamo azzardare, regione per regione, un’associazione tra dimensione demografica e virtuosità/criticità della gestione. E così, se consideriamo il dato nazionale, si evidenzia che i Comuni senza indicatori di deficitarietà sono mediamente meno popolosi dei Comuni con almeno un parametro di deficitarietà positivo.

Ma se dal dato nazionale si va a mettere a fuoco la realtà delle singole regioni accertiamo che nelle regioni Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Friuli, Lombardia, Marche e Abruzzo la media della popolazione residente nei Comuni “virtuosi” è maggiore (anche di parecchio) della stessa media calcolata sui Comuni con indicatori positivi.

Per queste realtà si può dire che la via per l’efficienza gestionale passa anche attraverso un’adeguata dimensione demografica.
Nelle altre regioni avviene il contrario: i Comuni con indicatori positivi hanno una popolazione media più elevata (in alcuni casi come Lazio, Campania, Puglia, Liguria, Sicilia) molto più elevata di quella dei Comuni che abbiamo convenuto di definire “virtuosi”.

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