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SONO 21 I COMUNI PUGLIESI CANDIDATISI AD OSPITARE IMPIANTI DI SMALTIMENTO RIFIUTI

Ore le manifestazioni di interesse andranno valutate dalla Regione, l’Agenzia regionale per la gestione dei rifiuti e i Comuni interessati
Territorio e governo locale
di La Posta del Sindaco
16 Marzo 2018
La Regione Puglia è ormai alle prese da molti mesi con la stesura del nuovo Piano dei rifiuti, tuttora in corso di definizione. Le risorse a disposizione non sono poche – 125 milioni da fondi Fesr dell’Unione europea e altri 60 circa previsti dal “Patto per la Puglia” – ma il ritardo accumulato è considerevole e la gestione del ciclo dei rifiuti nella regione non si può certo considerare encomiabile. Il livello della raccolta differenziata è ancora a livelli ritenuti insufficienti: sebbene con un trend in crescita, a fine 2017 si è attestata intorno al 48%. I dati dei primi mesi del 2018 sembrerebbero dimostrare un ulteriore balzo in avanti, ma va detto che una parte dei Comuni risultano essere inadempienti con l’obbligo di comunicazione delle percentuali di raccolta differenziata effettuata, sia con riferimento al 2018 che agli ultimi tre mesi del 2017. Il dato potrebbe quindi risultare viziato, e probabilmente eccessivamente “ottimista”. Anche il servizio di raccolta dei rifiuti non brilla per efficienza e gli impianti per il trattamento dei rifiuti sono sicuramente ancora insufficienti a mettere in equilibrio il sistema. Gli impianti di compostaggio della frazione umida, ad esempio, sono al momento tutti gestiti da privati ed insufficienti ad assicurare il trattamento della pur bassa percentuale di differenziata e ancora di meno lo saranno se, come è auspicabile (non fosse altro perché ce lo chiede l’Unione europea che considera l’Italia una osservata speciale da questo punto di vista), questa dovesse sensibilmente aumentare nel prossimo futuro.
 
Da qui la necessità della Regione Puglia di acquisire, tramite apposito bando, le manifestazioni di interesse da parte dei Comuni ad ospitare i nuovi impianti – completamente pubblici - previsti dal Piano dei rifiuti in corso di realizzazione. Anche se, almeno per quanto riguarda gli impianti di compostaggio, non sembra esserci totale accordo tra il Dipartimento Mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio della Regione Puglia e l’Agenzia territoriale (istituita dalla Regione stessa nell’agosto del 2016) per il servizio di gestione dei rifiuti. Barbara Valenzano infatti, direttrice del Dipartimento, stima che per il momento possa essere sufficiente un solo impianto; Gianfranco Grandaliano, commissario dell’Agenzia, valuta che ne servano almeno un paio. Fatto sta che per ospitare l’impianto – o gli impianti – di compostaggio si sono canditati 8 Comuni: Nardò, Soleto e Melpignano, in provincia di Lecce; Massafra e Pulsano, in provincia di Taranto; Fasano e Brindisi, nel brindisino, e il Comune di Foggia. Per il compostaggio si starebbe pensando ad un sistema misto: sia con “digestione aerobica” e creazione di compost di qualità, ma con rilascio di biogas in atmosfera (e spesso, creando non pochi problemi alla popolazione locale, di relativo cattivo odore) che con “digestione anaerobica” e riutilizzo del biogas per produrre bio-metano.
 
Altri 13 Comuni si sono invece candidati per ospitare impianti di selezione di rifiuti – vetro, carta e plastica – destinati al riuso e al riciclo. Si tratta di Foggia, Taranto e Palagianello (TA), che non hanno indicato una particolare preferenza per il materiale oggetto di selezione; Massafra (TA), Guagnano (LE), Monte Sant’Angelo (FG) e Fasano (BR) per tutti e tre i materiali; Trani e Nardò (LE) per la carta; Canosa di Puglia (BT), Noicattaro (BA) e Ugento (LE) per il vetro e, infine, Ruvo di Puglia (BA) per la plastica. In questo caso l’orientamento è quello di creare sei impianti, due per ciascun materiale.
La scelta avverrà sulla base di una procedura negoziata tra Dipartimento, Agenzia e Comuni in base ai flussi di raccolta previsti dalla programmazione regionale. La prima verifica che verrà compiuta sarà quella sulla mancanza di vincoli ambientali e geologici sui siti proposti, così come la Regione aveva richiesto ai Comuni nel bando.

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