La Rivista del Sindaco


PRIMO PASSO PER UNA MAGGIORE AUTONOMIA AD EMILIA ROMAGNA, LOMBARDIA E VENETO

Siglata un’intesa preliminare tra il Governo uscente e i presidenti delle tre Regioni, che parlano di “accordo storico”
Territorio e governo locale
di La Posta del Sindaco
06 Marzo 2018
Arriva un primo importante risultato dal tavolo tecnico aperto dal Governo su richiesta delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto impegnate a negoziare forme di maggiore autonomia, così come previsto dall’articolo 116 della Costituzione. Infatti lo scorso 28 febbraio il Governo, attraverso il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa, ha siglato a Palazzo Chigi degli accordi preliminari con i presidenti di ciascuna delle tre Regioni: Stefano Bonaccini per l’Emilia Romagna, l’uscente Roberto Maroni per la Lombardia e Luca Zaia per il Veneto. Le intese firmate hanno una durata decennale e potranno essere modificate e integrate di comune accordo tra Stato e Regione: i contenuti dell’accordo potranno cioè essere estesi a ricomprendere altre materie prima della presentazione del ddl governativo alle Camere, che andrà approvato a maggioranza assoluta per divenire legge dello Stato (come previsto dal terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione per l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”). Le materie oggetto dell’accordo sono le Politiche del lavoro, l’Istruzione, la Salute, la Tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e i Rapporti internazionali e con l’Unione europea.
 
I contenuti degli accordi raggiunti dalle tre Regioni con il Governo appaiono piuttosto simili, con alcune differenze soprattutto in materia di sanità e tutela dell’ambiente. Uguale il capitolo dedicato alle risorse contenuto in ciascun accordo, che contiene delle novità giudicate molto rilevanti da tutti e tre i presidenti. Infatti si è stabilito che le modalità per l’attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie all’esercizio delle ulteriori forme di autonomia saranno decise da una apposita commissione paritetica Stato-Regione. Alla Regione sarà garantita una compartecipazione o una riserva di aliquota al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio regionale, verrà stabilita la spesa sostenuta dallo Stato nella Regione per le funzioni trasferite o assegnate e verranno stabiliti i fabbisogni standard, che dovranno essere determinati entro un anno dall’approvazione dell’intesa e diventare progressivamente, entro un periodo di cinque anni, il termine di riferimento nell’ottica del superamento del criterio della spesa storica.
 
Grande la soddisfazione espressa dai presidenti delle Regioni interessate per questo inizio di “autonomia differenziata” o “autonomia rinforzata” o “regionalismo differenziato”, come viene definito, di volta in volta, dai diversi protagonisti a seconda di dove si preferisce porre maggiore enfasi. Roberto Maroni si è detto molto soddisfatto di poter concludere “in bellezza” la propria esperienza di governo alla Regione Lombardia: «il completamento di questo percorso – ha osservato – è affidato al nuovo presidente della Regione e al futuro Governo e Parlamento di Roma, ma oggi abbiamo messo nero su bianco una pagina storica che apre una fase nuova per le Regioni e per tutto il sistema delle autonomie». Anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia definisce “storica” la giornata dell’intesa firmata col Governo: «questo preaccordo ci consente di cristallizzare e consolidare quello che si è fatto fino ad ora – ha dichiarato - e di introdurre metodologie e criteri per le cose da fare nell’immediato futuro, con alcuni principi ormai inderogabili: abbandono della spesa storica, utilizzo dei fabbisogni standard per le determinazioni di spesa, compartecipazione ad alcuni tributi, commissione paritetica sul modello dell’Alto Adige, trattativa su tutte le 23 materie previste dall’articolo 116 della Costituzione». Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha sottolineato come l’approccio scelto dalla sua Regione, che a differenza di Veneto e Lombardia non è passata attraverso un referendum consultivo, si sia rivelato come quello giusto e ha dichiarato, tra le altre cose, che il superamento della spesa storica a vantaggio dei costi standard sarà «un approdo importante per tutto il Paese. Questa è un’opportunità per tutte le Regioni, non c’è più un nord o un sud: noi ci sentiamo italiani prima che emiliano romagnoli».

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