Secondo i dati di Unioncamere-InfoCamere sono ormai quasi 600 mila, pari al 9,6% sul totale delle imprese in Italia
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La Posta del Sindaco
14 Febbraio 2018
Senza il loro contributo il saldo delle imprese nel 2017 – che si ottiene confrontando il numero delle aperture e quello delle chiusure – in alcune regioni (Toscana, Veneto, Liguria e Marche) sarebbe stato negativo. In altre – Piemonte ed Emilia Romagna – l’apporto delle imprese straniere è stato determinante per mitigare la forte contrazione di quelle italiane, seppur non sufficiente a ribaltare il segno negativo del saldo complessivo. E’ quanto emerge da una indagine condotta da Unioncamere-InfoCamere, a partire dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio, sulla presenza nel nostro Paese di imprese guidate da persone nate all’estero con riferimento all’anno 2017. Dai dati si evincono alcuni risultati che si commentano da soli – le imprese condotte da cittadini stranieri crescono quasi cinque volte più della media e, da sole, rappresentano il 42% di tutto l’aumento delle imprese registrato nel 2017 – e che definiscono una realtà che si può, sempre più, definire come strutturale nel tessuto imprenditoriale del Paese. Altri dati: a fine 2017 il numero totale delle imprese condotte da stranieri registrate in Italia è arrivato a 587.499, pari al 9,6% di tutte le imprese registrate sul suolo nazionale.
Nel corso del 2017 il loro numero è cresciuto di 19.197 unità – risultato del saldo tra le 57.657 aperture e le 38.460 chiusure – corrispondente ad un tasso di crescita del 3,4%, assai più dinamico dello 0,75% fatto registrare dalle imprese italiane. Andando ad osservare i dati più nel dettaglio si scoprono diverse caratteristiche interessanti delle imprese condotte da stranieri. Ad esempio, i primi tre settori in cui le imprese di stranieri sono più presenti in valori assoluti sono: quello del commercio al dettaglio (circa 162 mila, pari al 18,8% di tutte le aziende del settore); quello dei lavori di costruzione specializzati (quasi 109 mila, pari al 21,2% del settore); quello dei servizi di ristorazione (oltre 43 mila che equivalgono all’11,2% del settore). In termini relativi, invece, l’attività a maggior concentrazione di imprese condotte da stranieri è quella delle telecomunicazioni (3.627 imprese pari al 33,6% dell’intero settore). Seguono quella della confezione di articoli di abbigliamento (16.141 imprese pari al 29,7% del settore) e quella, già vista sopra, dei lavori di costruzione specializzati.
Andando a vedere i dati sulla distribuzione geografica delle imprese guidate da stranieri, si vede che la Lombardia è di gran lunga la regione più attrattiva (oltre 114 mila imprese registrate a fine 2017), seguita a distanza dal Lazio (oltre 77 mila) e la Toscana (quasi 55 mila). Mentre la provincia con più imprese registrate in assoluto è quella di Roma (quasi 66 mila), seguita da Milano (quasi 55 mila), Torino (oltre 25 mila) e Napoli (oltre 22 mila). Nel 2017 la regione con la più alta percentuale di crescita di imprese di stranieri è stata la Campania (+ 6,1% e +9,6% a Napoli), seguita dalle Marche (+ 4,5% e 8,8% a Macerata) e dal Lazio (+ 4,3% e 4,4% a Roma). La provincia con la maggiore concentrazione di imprese straniere rispetto alle altre resta però Prato (27,8%) seguita molto alla lontana da Trieste (16%) e Firenze (15,8%). A Roma e a Milano, province col più alto numero di imprese di stranieri in assoluto, sono rispettivamente il 13,4% e il 14,4% sul totale delle imprese.
Come Paesi di provenienza degli imprenditori stranieri è stato possibile prendere in esame soltanto le imprese individuali, le uniche cui è possibile associare la nazionalità del titolare. Al primo posto troviamo il Marocco (68.259 imprese individuali), seguito da Cina (52.075 imprese individuali), Romania (49.317), Albania (31.773) e Bangladesh (31.109). Curioso, infine, il dato che mostra come alcune nazionalità straniere abbiano scelto determinati luoghi per concentrarsi: ad esempio, il 44,7% delle imprese individuali egiziane si concentra a Milano, dove è presente anche la più alta concentrazione nazionale di imprese cinesi, l’11,1% del totale. Le imprese individuali associate a titolari del Bangladesh hanno scelto invece la provincia di Roma: il 42,5% del totale si concentra lì. Roma è “scelta” anche dal 15,1% delle imprese romene, la concentrazione più alta a livello nazionale. A Napoli, infine, ha sede la fetta più consistente degli imprenditori di origine pachistana, il 19,6% delle loro imprese si concentra sotto il Vesuvio.
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