La Rivista del Sindaco


ALTRUISMO O DEMAGOGIA SOTTO IL VESUVIO?

Territorio e governo locale
di La Posta del Sindaco
12 Dicembre 2017

In aumento gli amministratori del Napoletano che rinunciano al proprio compenso, in parte o del tutto

Le indennità? Ci pago il welfare L’esercito dei sindaci “volontari” (di Daniela Spadaro su “Il Mattino - Napoli” del 12 dicembre 2017)

Incredibile ma vero: nel Napoletano esistono (e a quanto pare sono in aumento) sindaci, assessori e consiglieri comunali che rinunciano al loro compenso per devolverlo ai settori maggiormente in difficoltà - soprattutto i servizi sociali - dei Comuni nei quali lavorano. Con le loro rinunce, riescono a istituire fondi per la lotta alla povertà, a sistemare strutture sportive, a patrocinare eventi o, in qualche caso, a sistemare delle semplici luminarie natalizie o a pagare delle borse di studio per studenti meno abbienti. Sono cifre che, messe tutte insieme, ammontano a centinaia di migliaia di euro all’anno. Persone che, una volta elette, scelgono di prestare il loro servizio in maniera gratuita e di continuare a vivere con i guadagni del proprio lavoro. Il fenomeno interesserebbe tutti gli schieramenti politici anche se, quando si tratta di sindaci, ci sarebbe una prevalenza di quelli del Pd. C’è chi decide di lasciare le proprie indennità a disposizione dell’Ente, e chi invece le “gira” ad istituzioni benefiche. Giuseppe Bentivenga, ad esempio, farmacista e sindaco Pd di Fratta minore, devolve il suo compenso alla Caritas e ad altre associazioni di solidarietà, mentre il suo collega di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete (sempre del Pd), destina metà del suo stipendio ad un fondo di contrasto della povertà. A Pomigliano d’Arco il sindaco Lello Russo, che guida una maggioranza di centro destra, ha rinunciato alla propria indennità destinandola, di volta in volta, alle voci di bilancio più in sofferenza. A Striano il sindaco Aristide Rendina e i suoi assessori girano una parte dei loro emolumenti al fondo per le politiche sociali; a Massa Lubrense il primo cittadino Lorenzo Balduccelli e gli assessori si sono ridotti lo stipendio del venti per cento; il sindaco di Quarto, l’ex grillina Rosa Capuozzo, il vice Andrea Perotti, la presidente del Consiglio comunale e otto consiglieri si sono ridotti lo stipendio del dieci per cento. Non incassano indennità per il loro ruolo di assessori, Licia Mocerino a Brusciano, Annamaria Chiarello a Ischia e Salvatore Rianna a Ottaviano e lo stesso fa il capogruppo di minoranza, Salvatore Esposito, a Massa di Somma. Un caso a parte, poi, è rappresentato dal sindaco di Portici Enzo Cuomo del Pd. Al centro di polemiche una volta eletto sindaco, perché nel contempo era anche senatore, alla fine ha scelto di optare per la carica (e lo stipendio, tutto) di sindaco, maturando però nel frattempo il vitalizio da parlamentare. Ha però deciso di donare, di tasca sua, cinquemila euro agli istituti scolastici cittadini - mille per istituto - e ha promesso che, una volta in pensione, la pensione da senatore sarà destinata a sostenere gli studi dei giovani concittadini.   

Sebbene saranno certamente in molti a giudicare più che positivamente una scelta così apparentemente inusuale, non mancano neanche i detrattori. C’è chi, ad esempio, sostiene che se tutti gli amministratori si comportassero così, la politica finirebbe per essere privilegio esclusivo dei benestanti. E fa sentire la sua voce critica anche il primo cittadino di Afragola nonché presidente dell’Anci Campania, Domenico Tuccillo, che taccia la decisione dei suoi colleghi e compagni di partito del Pd come “demagogica e poco opportuna”. Soprattutto parlando come presidente di Anci Campania, Tuccilllo ritiene sbagliata la rinuncia alle indennità di carica: «Non ho dati precisi, non so quanti amministratori scelgano di non essere compensati per il lavoro che svolgono, ma so invece che non è opportuno e non ritengo che una opzione simile possa incidere seriamente sui bilanci comunali». Peraltro, sostiene il sindaco, sono i compensi dei primi cittadini ad essere del tutto inadeguati rispetto alla mole di responsabilità che gravano sulle loro spalle: «La questione è stata posta anche in Anci, ma il lavoro di un sindaco, quando decide di farlo seriamente, prevede già compensi ridicoli rispetto ad altre cariche istituzionali e, spesso, i primi cittadini finiscono per guadagnare meno dei dirigenti dei loro stessi Comuni, pur lavorando dieci ore al giorno».


Articoli Correlati

imagine
  17/06/2021       Territorio e governo locale
imagine
  25/09/2020       Territorio e governo locale
imagine
  25/06/2020       Territorio e governo locale
imagine
  16/01/2020       Territorio e governo locale
Torna alla Rivista del Sindaco

Ultimi aggiornamenti

CHI SIAMO

La posta del Sindaco è rivolto ad amministratori ed operatori degli enti locali: ricco di contenuti sempre aggiornati, il cuore del portale risiede nella possibilità di accedere, in modo semplice e veloce, ad approfondimenti, informazioni, adempimenti, modelli e risposte operative per una gestione efficiente e puntuale dell'attività amministrativa.

La Posta del Sindaco - ISSN 2704-744X

HALLEY notiziario

INFORMAZIONI

Ricevi via email i nuovi contenuti pubblicati nel portale

In collaborazione con:

la posta del sindaco

CONTATTI

Email

halley@halley.it

Telefono

+39 0737.781211

×