Tutte le sigle sindacali, per la prima volta unite, contro Ncc e ogni ipotesi di “deregulation”
La guerra del trasporto privato e la mossa della lobby che fa pressione sui politici (di Antonella Baccaro sul “Corriere della Sera” del 22 novembre 2017)
La loro manifestazione andata in scena davanti alla sede del ministero dei Trasporti ha paralizzato per qualche ora un’intera zona della città e ha voluto, anche, rappresentare una dimostrazione di forza, lasciando intravedere quello che potrebbe accadere nelle città italiane da qui alle prossime elezioni. A Roma erano infatti presenti i tassisti provenienti da tutta Italia e la manifestazione ha riunito la totalità delle circa 30 sigle sindacali esistenti, una cosa che non accadeva ormai da decenni. Sono scesi in piazza, ancora una volta, contro ogni minima ipotesi di “deregulation” del comparto e contro il loro nemico giurato del momento: gli “Ncc”, i conducenti delle auto a noleggio. Con tanto di elezioni politiche alle porte, sono forti di un pacchetto di voti che hanno sempre dimostrato di saper spostare verso i candidati più “sensibili” alle loro istanze: vedi a Roma il caso di Alemanno che, prima di essere eletto sindaco anche grazie ai loro voti, ne aveva preso le difese al tempo delle liberalizzazioni di Bersani e anche, in seguito, quello della dura presa di posizione di Grillo contro i provvedimenti del Governo Monti e il “feeling” che si dice ci sia tra la categoria e l’attuale sindaca 5 Stelle. Non sembrerebbe quindi un caso se le segnalazioni fatte finora dall’Autorità di regolazione dei trasporti a Governo e Parlamento sembrerebbero essere cascate per lo più nel vuoto. L’Autorità ha dato due suggerimenti principali: norme più flessibili per i tassisti e l’eliminazione dei limiti su base territoriale che penalizzano eccessivamente l’attività degli operatori Ncc. Raccomandata, anche, un minimo di regolamentazione per i nuovi operatori digitali come Uber. Come è noto, però, i tassisti si oppongono strenuamente a qualsiasi ipotesi di liberalizzazione del settore e la loro recente mobilitazione è dovuta al fatto che il Governo non ha ancora varato il regolamento - fortemente penalizzante dell’ambito operativo degli operatori Ncc - che aveva promesso in occasione dell’ennesima ondata di scioperi fatta dalla categoria lo scorso febbraio. Quali sono però i motivi principali alla base delle rivendicazioni fatte dai conducenti delle auto bianche contro quelli delle auto nere Ncc? Principalmente rivendicano di dover sostenere dei maggiori costi professionali rispetto agli operatori delle auto a noleggio. Questi riguardano soprattutto il momento in cui si decide di intraprendere la professione. Infatti, visto che i concorsi mediante i quali i Comuni rilasciano (gratuitamente) delle nuove licenze tanto ai tassisti quanto agli Ncc sono estremamente rari, l’unico modo di assicurasene una è il mercato privato. Mentre, in una città come Roma, una licenza per taxi è compresa tra i i 180 e i 200 mila euro - pagabili in 15 anni - quello per una licenza Ncc è sensibilmente più basso: si aggira intorno agli 80-85 mila euro. Ma in altre province il costo può scendere fino a 10-15 mila euro, e i tassisti lamentano appunto il fatto che a Roma operano anche Ncc con licenze rilasciate altrove. E proprio il capitolo delle licenze è quello che più di altri offre spunti a sostegno dei (timidi) tentativi di chi vorrebbe riformare il settore. L’Autorità dei trasporti ha infatti calcolato che, nei 14 principali Comuni italiani, il numero di licenze nel 2016 ammontava a 19.644 ma che il numero di licenze attive, immancabilmente, non corrisponde mai a quello dei taxi in servizio in un dato momento della giornata, anche tenendo conto dei diversi turni. Sempre facendo l’esempio della capitale, a fronte di un numero complessivo di 7.703 licenze si ha, in un normale giorno feriale, un numero di taxi in circolazione che va da un minimo di 385 vetture (nel turno serale) ad un massimo di 3.853 (nel turno che va dalle 8 alle 14:30). Perché non rilasciare nuove licenze allora? Perché un numero maggiore di auto bianche in circolazione andrebbe contro l’interesse dei tassisti di mantenere alto il valore delle loro licenze. Altro loro interesse, cui non intendono rinunciare, è l’entrata in vigore della norma - promessa dal Governo ma finora sempre posticipata - che obbligherebbe gli operatori Ncc a stazionare all’interno delle rimesse prima, e al termine, di ogni nuova corsa. Tanto meno ritengono possibile che Ncc e operatori come Uber possano lavorare, come avviene in tutte le città d’Europa, “in rete”, e cioè intercettando, mentre sono ancora “in strada”, una nuova chiamata tramite app.