La Rivista del Sindaco


PRIMI FRUTTI DELLA LEGGE SUI PICCOLI COMUNI

Territorio e governo locale
di La Posta del Sindaco
16 Novembre 2017

Poste italiane ha escluso nuove chiusure o ridimensionamento del servizio nei centri minori

Poste, primi segnali sui piccoli Comuni (di Giulio Isola su “Avvenire” del 16 novembre 2017) 
Poste italiane non ha in previsione nuove chiusure di uffici, tagli o riduzione dei servizi nei cosiddetti piccoli Comuni. E’ quanto affermato da Matteo Del Fante, nuovo (è in carica da un semestre) amministratore delegato dell’azienda davanti alle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera dove ha presentato il nuovo piano della società. La rinuncia, almeno per il momento, da parte di Poste italiane ad andare avanti con il piano di razionalizzazione (cioè con la chiusura degli uffici postali) nei centri minori sembrerebbe un primo risultato della legge Realacci, di recente varata dal Parlamento, sui piccoli Comuni e, del resto, l’apertura degli uffici per almeno cinque giorni alla settimana è prevista anche da una direttiva europea dell’anno scorso. «Questo è un risultato concreto - ha affermato Massimo Castelli, coordinatore del settore per l’Anci - Lo stesso approccio dovrà ora essere portato avanti nel monitorare la qualità del servizio di consegna della posta a giorni alterni, tenendo conto delle direttive comunitarie su tale specifica modalità, valorizzando la capillarità della rete postale e le potenzialità dei servizi in formato elettronico, offrendo al cittadino nuove opportunità e mantenendo la prossimità di uno dei servizi maggiormente sentiti sul territorio nazionale». Il servizio postale ha sempre avuto una funzione di visibilità e di presidio dello Stato, in particolare nelle aree più remote del Paese che però costituiscono una fetta consistente sia in termini di ampiezza del territorio che di numerosità dei Comuni che vi insistono. Tant’è che la stessa legge Realacci prevede la possibilità che i Comuni o le frazioni tagliate fuori dal servizio possano stipulare con Poste delle convenzioni per poter usufruire almeno dei servizi di pagamento presso gli esercizi commerciali. Oppure che i Comuni stessi possano istituire centri multifunzionali in forma associata, per garantire una serie di prestazioni essenziali e, tra queste, anche i servizi postali. Anche l’Uncem valuta positivamente la nuova posizione presa da Poste, ma non la ritiene sufficiente in quanto occorrerebbe intervenire anche nei Comuni dove i tagli già sono stati fatti. Secondo Lido Riba, presidente di Uncem Piemonte, in quei Comuni dove il servizio si è drasticamente ridotto e dove raccomandate e giornali non arrivano più “Poste deve riconquistare la piena fiducia degli amministratori locali”. Secondo i sindacati confederali del settore, inoltre, non è possibile puntare solo sull’informatizzazione: «si rischia di far perdere all’azienda quell’elemento di vicinanza ai cittadini, clienti e risparmiatori, che soltanto la presenza capillare sul territorio garantisce».

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