La Rivista del Sindaco


LA CORTE DEI CONTI SULLE NUOVE REGOLE CONTABILI

Finanza Locale
di La Posta del Sindaco
09 Novembre 2016

Nell’articolo de Il Sole 24 Ore “Comuni, niente ‘pulizia’ nei bilanci” a firma di Gianni Trovati le principali conclusioni cui sono giunti i magistrati contabili nella loro relazione

Nella relazione della Corte dei conti “Prime analisi sugli esiti del riaccertamento straordinario dei residui nei Comuni”- resa nota lo scorso 8 novembre - risulta evidente un primo importante dato: il “temuto effetto di default diffuso”, che sarebbe dovuto derivare dalla riforma dei bilanci locali, in realtà non si è verificato, quanto meno nelle dimensioni attese. Ma soltanto perché i Comuni non hanno saputo applicare bene le nuove regole, è la brutale considerazione fatta dai relatori.  
L’intento principale della riforma era stato quello di ripulire i bilanci locali dagli impegni di spesa e, soprattutto, dagli accertamenti di entrata esistenti soltanto sulla carta e inesigibili nella realtà. Ci si attendeva quindi che la pulizia delle entrate avrebbe prodotto un extra-deficit consistente in molti Comuni, tanto che è stata prevista una apposita “norma ponte” per consentire agli Enti di spalmare in 30 anni il ripiano dei debiti risultanti. In realtà, però, l’extra-deficit conseguenza del riaccertamento straordinario si è prodotto soltanto nel 19% del campione dei 4.463 Comuni esaminati nell’analisi condotta dai magistrati.  

Secondo la Corte però questo fenomeno non si è verificato perché le condizioni dei bilanci dei Comuni sarebbero migliori del previsto, ma piuttosto per una difficoltà tecnica determinata dal passaggio dalle vecchie alle nuove regole e, anche, perché “in non pochi casi l’impatto dell’operazione-verità” conseguente all’operazione di pulizia dei bilanci “è risultato insostenibile” per le Amministrazioni locali.  E a sostegno di questa tesi interverrebbero alcune cifre significative: il riaccertamento è stato molto più incisivo sul lato “meno doloroso” per i risultati di amministrazione - quindi sulle uscite - dove sono stati cancellati 8,3 miliardi di residui passivi, mentre tra i residui attivi - cioè tra le entrate - ci si è fermati a 2,8 miliardi soltanto.  

Ma le difficoltà incontrate dai Comuni nell’applicazione delle nuove regole non impatterebbero soltanto sul passato: meno del 50% degli impegni in conto capitale si traducono in pagamenti nel corso dell’anno, a dimostrazione che la programmazione rimane ancora un fattore problematico.

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