Una sintesi dell’intervento di P. P. Baretta, sottosegretario all’Economia e alle Finanze, in Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
Il patto di stabilità interno è stato definitivamente superato a partire dal 2016, e “i risultati alla data del 30 giugno 2016 sulla base dei bilanci di previsione degli enti locali sono incoraggianti, e sembrano confermare che le regole di finanza pubblica non possono più essere considerate un freno agli investimenti, se non in limitati casi da gestire nell'ambito delle intese regionali”. Questo grazie alle recenti modifiche apportate alla Legge 243/2012, che mirano a semplificare il quadro di riferimento per la gestione economico-finanziaria delle Regioni e degli enti locali, attraverso la previsione di un unico saldo. Mirano, inoltre, anche a favorire gli investimenti pubblici consentendo il graduale utilizzo degli avanzi di amministrazione e il ricorso al debito. "Le modifiche al capo IV della legge 243 – ha proseguito – sono infatti finalizzate a fornire un quadro chiaro, semplice e stabile agli enti territoriali, utile per la programmazione di medio periodo degli investimenti pubblici, nonché per prevedere strumenti di redistribuzione territoriale degli spazi finanziari, per permettere operazioni di investimento finanziate con mutui”.
Gli effetti della Legge Delrio sulle funzioni delle Province e delle Città metropolitane Secondo il sottosegretario Baretta vi è stata una “faticosa” dialettica tra Province e Regioni soprattutto perché “quando si è operato il passaggio delle funzioni, abbiamo constatato che le Regioni, da un lato riassegnavano di fatto, anche se non formalmente, le funzioni, ma non riassegnavano dall’altro le risorse”. Per questo motivo l’equilibrio tra le due tipologie di Enti è ancora precario, un nodo ancora aperto “sul quale dovremo ulteriormente lavorare”. Bisogna anche però chiarire che le fonti di finanziamento non potranno non tenere in conto il destino delle Province che - a prescindere da quelli che saranno i risultati del referendum costituzionale che ne prevede la definitiva cancellazione - potranno al massimo essere un soggetto di area vasta. Occorre anche fare un distinguo tra i destini delle Città metropolitane e delle Province, perché le prime avranno un ruolo paritario rispetto alle altre strutture dello Stato e, peraltro, potranno godere di accesso ai finanziamenti europei privilegiati.
Da una visione tutta congiunturale ad una di più lungo periodo “In un arco di tempo tutto sommato breve siamo passati da una visione tutta congiunturale, che era quella del periodo del governo Monti, per capirci, ad una visione più ''normale''. Questo è un salto notevole che abbiamo fatto”. “Un punto importante della legge 164/2016 di modifica della 243/2012 riguarda le operazioni di indebitamento e d''investimento realizzate dagli enti locali attraverso l''utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti non soddisfatti da intese regionali. Tali operazioni verranno riproposte da appositi patti di solidarietà nazionali. La norma, infatti – ha proseguito Baretta - parla di un livello nazionale di rimodulazione dei saldi di finanza pubblica assegnati agli enti locali, facendo salvi gli effetti del saldo non negativo del complesso degli enti territoriali. Dunque, ancora flessibilità volta alla semplificazione della vita degli enti territoriali”. Il tutto - ha aggiunto il sottosegretario - è mirato a semplificare e a rendere possibili gli investimenti, proponendo politiche espansive per gli enti locali”.
L’inclusione del fondo pluriennale vincolato Quella di considerare il fondo pluriennale vincolato di entrate e di spesa nel saldo tra le entrate finali e le spese finali è stata un’importante modifica alla Legge 243/2012, ha dichiarato Baretta, specificando che “con l''inclusione del fondo pluriennale vincolato nel saldo si offre la possibilità agli enti di rilanciare gli investimenti, eliminando la gestione spesso poco trasparente dei residui attivi e passivi. Le risorse del fondo, infatti, sono destinate prevalentemente alle spese in conto capitale, e possono essere immediatamente utilizzabili a seguito dell'accertamento delle entrate che lo finanziano”. Inoltre l’inclusione del fondo pluriennale consente anche di avviare a conclusione anche il problema relativo all’utilizzo degli avanzi di amministrazione accumulatisi come conseguenza del rispetto del patto di stabilità: “come sapete - ha spiegato Baretta - le regole contabili prevedono che gli avanzi di bilancio concorrano alla riduzione del debito ma non al pareggio, producendo l'incongruenza che un ente indebitato è favorito rispetto a uno virtuoso: a ciò si rimedia col fondo pluriennale vincolato, in quanto, attraverso di esso, gli avanzi di bilancio potranno essere progressivamente ridotti, proprio attraverso l'inclusione del fondo nel computo del saldo, liberando in tal modo risorse da destinare agli investimenti". Questo è già stato possibile nel 2016 - ha affermato il sottosegretario - attraverso la scorsa legge di stabilità che, come ha riconosciuto la stessa Anci, ha dato impulso alla ripresa degli investimenti per circa due miliardi.
Cosa resta da fare “Dopo il superamento del patto di stabilità interno occorrerà individuare e superare i rimanenti ostacoli alla realizzazione degli investimenti pubblici, quali quelli derivanti dalla complessità delle procedure di avvio e di realizzazione degli investimenti stessi”. “La semplificazione delle procedure per l''esercizio della capacità fiscale locale - continua - la definitiva introduzione dei fabbisogni standard e l''implementazione dei processi di unificazione, unione e fusione dei comuni, in una migliore ottica territoriale, sono il necessario corollario a questo importante percorso avviato con la riforma della legge 243/2012”.