La Rivista del Sindaco


LA PRESENZA DELLE DONNE AI VERTICI DEI COMUNI

Qualità della PA
di La Posta del Sindaco
07 Marzo 2017

In aumento costante negli ultimi anni, ma molto ha fatto l’intervento del legislatore

Le mille sindache d’Italia i Comuni “al femminile” sono aumentati di 7 volte (di Maria Novella De Luca su "La Repubblica" del 7 marzo 2017) 
Nel 1986 erano 145 i Comuni italiani con a capo un sindaco donna - o una “sindaca” come alcuni preferiscono dire oggi - mentre nel 2016 sono diventati 1.097: un dato aumentato di oltre sette volte in 30 anni. Gli assessori donna sono passati dai 1.459 del 1986 ai 6.834 del 2016. Più in generale, l’incidenza femminile sul totale degli amministratori comunali (sindaci, vicesindaci, assessori e consiglieri) è pari al 29,5%. Il cammino però - spiega una recente ricerca curata dall’Anci - è stato lungo e lento e la vera impennata si è avuta soltanto a partire dal 2012, ovvero dall’intervento di una legge che ha imposto una quota minima di presenze femminili nella composizione delle giunte. In particolare, la presenza delle donne sul totale è più alta tra gli assessori (o “assessore”), con il 39,5% e più bassa tra i sindaci: soltanto il 14,1% del totale. La crescita c’è stata, ma è stata lenta: “rispetto ad altre conquiste sociali - spiega Paolo Testa che ha curato per l’Anci la ricerca - ci si poteva aspettare una progressione più veloce. Però adesso (dopo la legge sulla parità) il cambiamento c’è, anche se però non sempre le regole vengono rispettate”. Va anche detto che il 29,5% di presenze femminile ai vertici delle amministrazioni locali è simile a quella che si riscontra in Parlamento: 29,6% al Senato e 31,3% alla Camera (record di presenze, raggiunto nel 2016). Non mancano elementi di criticità, tuttavia, come sottolinea Alisa Del Re, docente di Scienze politiche e direttrice del Centro di studi sulle politiche di genere : “da una parte ci sono i Comuni inadempienti, dove la presenza femminile è ancora scarsissima nonostante si sia tenuti a rispettare la quota minima del 40% nella composizione delle giunte. Dall’altra bisogna chiedersi quanto il dato numerico incida davvero nell’amministrazione comunale, se poi alle donne vengono date deleghe senza portafoglio”. Ci sarebbe insomma una discriminazione di genere “nascosta”, perché spesso gli assessorati riservati alle donne non sono quelli “forti” - come, ad esempio, quello dei Lavori pubblici o della Sanità - dove circolano potere e soldi. Ma i Comuni amministrati dalle donne - conclude l’articolo - sono diversi da quelli amministrati dai maschi? Sono migliori? “Alcune ricerche hanno evidenziato che con le sindache si instaurano dei rapporti più diretti - risponde la Del Re - e soprattutto che i cittadini hanno aspettative più alte nei loro confronti. Ma una comparazione di genere si potrà fare soltanto quando nelle amministrazioni le donne avranno veri ruoli di potere”.

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