La questione
Il documento unico di programmazione ed il piano integrato di attività e organizzazione presentano un’evidente sovrapposizione di contenuti con riferimento alla programmazione del fabbisogno di personale. Occorre quindi chiarire come debba snodarsi l’iter dei due documenti.
Il quadro normativo
In base all’allegato 4/1 al d.lgs. 118/2011, in generale, nel DUP devono essere inseriti tutti quegli ulteriori strumenti di programmazione relativi all’attività istituzionale dell’ente di cui il legislatore, compreso il legislatore regionale e provinciale, prevede la redazione ed approvazione. Fra questi rientrano esplicitamente gli strumenti di “programmazione del fabbisogno di personale a livello triennale e annuale”. La coerenza complessiva di tale quadro è stata messa in discussione a seguito dell’introduzione, con l’art. del d.l. 80/2021, del PIAO, il quale deve contenere, oltre al resto, anche il piano triennale dei fabbisogni di personale, di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, che infatti rientra fra gli adempimenti soppressi dall’art. 1 del regolamento approvato con d.p.r. 81/2022.
Una possibile soluzione
Ovviamente, a questa sovrapposizione di contenuti non corrisponde una piena surrogabilità fra i due documenti (DUP e PIAO), che hanno una collocazione sistematica e di conseguenza un iter profondamente diversi.
Mentre il DUP rappresenta il presupposto programmatico del bilancio di previsione e come tale la sua approvazione compete al Consiglio e deve intervenire a monte del preventivo, il PIAO rappresenta uno strumento prettamente gestionale che deve essere approvato dalla Giunta. In un’ottica puramente formale, la coesistenza fra i due documenti potrebbe essere regolata dallo steso allegato 4/1, il quale, dopo le modifiche introdotte dal d.m. 29 agosto 2018, stabilisce che “Nel caso in cui la legge preveda termini di adozione o approvazione dei singoli documenti di programmazione successivi a quelli previsti per l’adozione o l’approvazione del DUP, tali documenti di programmazione possono essere adottati o approvati autonomamente dal DUP, fermo restando il successivo inserimento degli stessi nella nota di aggiornamento al DUP”. Potrebbe cioè ritenersi che la programmazione del fabbisogno del personale trovi adesso il proprio alveo naturale nel PIAO, dovendo essere successivamente all’approvazione di quest’ultimo inserita nel DUP. In altri termini, si potrebbe sostenere che il piano triennale del fabbisogno del personale vada inserito nel DUP solo a valle dell’approvazione del PIAO. Ma non pare questo l’orientamento prevalente, anche perché i revisori chiedono quasi sempre che la programmazione del personale sia compresa nel DUP (che accompagna il bilancio di previsione), prima che nel PIAO. Il che del resto, è pienamente coerente con la natura del DUP e con il suo legame con il bilancio di previsione: una programmazione del fabbisogno di personale scollegata dalla programmazione generale dell’ente e dal quadro finanziario previsionale sarebbe evidentemente monca.
Pare quindi inevitabile la duplicazione di adempimenti: la programmazione del fabbisogno del personale andrà prima sviluppata nel quadro del DUP, in coerenza con il contesto programmatorio complessivo e con la capacità finanziaria dell’ente, anche in relazione all’equilibrio pluriennale di bilancio. Essa, successivamente, dovrà essere ulteriormente declinata a livello operativo nel PIAO. Su entrambi i documenti (DUP e sezione del PIAO relativa alla programmazione del fabbisogno del personale), andrà acquisito il parere dell’organo di revisione economico-finanziario.
Conclusioni
Sembra quindi delinearsi un doppio livello:
Articolo di Matteo Barbero
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