La Rivista del Sindaco


La gestione efficace delle entrate locali

21/12/2022 Approfondimenti
Modelli e strumenti operativi per le attività di accertamento e riscossione


Il d.l. n. 80/2021, rubricato ”Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia”, ed in particolare l’articolo 6, offre l’occasione di rivedere, attraverso un disegno organico, il sistema di pianificazione delle amministrazioni pubbliche, e di reingegnerizzare i processi amministrativi utili ad assicurare una maggior valorizzazione e trasparenza dell’attività amministrativa, migliorando la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese.
L’introduzione del Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO) può d'altra parte essere l’occasione per rivedere soprattutto i processi amministrativi che regolano le entrate comunali, considerata l’importanza della finanza locale nel garantire all’organizzazione le risorse indispensabili a perseguire tutti gli obiettivi di governo locale e di crescita del territorio.
La fiscalità locale è stata interessata, dopo la legge-delega 5 maggio 2009, n. 42, da una riforma federalista che attuava, in seguito all’esito positivo di un referendum consultivo, una nuova architettura istituzionale, con la revisione del Titolo V della Costituzione operata dalla legge costituzionale n. 3/2001.
In particolare, veniva profondamente modificato l’assetto istituzionale e di governo territoriale, accentuando l’autonomia degli enti locali; nella fattispecie, l’articolo 119 introduceva una nuova potestà impositiva ed una maggiore autonomia finanziaria.
La struttura della fiscalità locale veniva quindi articolata in:

  • tributi propri, individuati da leggi dello Stato, che fissano i presupposti fondamentali (fattispecie imponibili, soggetti passivi e dell’aliquota nella sua misura massima), sulla base dei quali sono strutturati i regolamenti comunali che disciplinano le diverse entrate locali;
  • compartecipazione alle entrate erariali IRPEF ed IVA;
  • tributo di scopo, che è possibile applicare per finanziare specifici investimenti comunali;
  • nuovi tributi regionali;
  • fondo perequativo, articolato in due componenti, una che riguarda le funzioni fondamentali delle Province e Città metropolitane, la seconda riservata alle funzioni non fondamentali.

Lo scopo professato era quello di ridurre il peso delle entrate erariali, spostando il baricentro impositivo in periferia, correlato con riferimento ai prelievi locali rapportati ai servizi resi ai propri cittadini. Una visione, rispetto al passato, che avrebbe dovuto condurre alla responsabilizzazione degli amministratori locali circa l’assunzione degli impegni di spesa e della pressione fiscale sul territorio.
Tuttavia, dalla concreta applicazione del federalismo risultava una notevole commistione con l’usanza statale, poiché nella parte più rilevante delle entrate locali ricorrevano le medesime fattispecie impositive dei tributi erariali, a gravare sulle medesime manifestazioni di ricchezza.
Peraltro, il perimetro del potere regolamentare degli enti locali rimaneva limitato all’organizzazione e alle modalità d’applicazione dei vari tributi, anche attraverso la possibilità di affidare a soggetti terzi l’accertamento, la liquidazione e la riscossione.
Molti comuni, negli anni, hanno visto ridurre progressivamente i trasferimenti da c.d. finanza derivata dallo Stato e sono in costante difficoltà a chiudere i bilanci in pareggio.
Proprio l’esigenza di ottimizzare la riscossione tributaria locale e la limitata possibilità di manovra in materia, suggeriscono quindi d’agire soprattutto sull’organizzazione della struttura amministrativa, approfittando delle opportunità offerte dall’ordinamento, per rendere proficua l’attività di gestione delle entrate e di tutela delle risorse finanziarie disponibili.


Analisi territoriale e funzionale
A monte dell’organizzazione, come in tutti i processi organizzativi, occorre prevedere un’adeguata attività d’analisi territoriale e funzionale dell’ente locale.

  • Analisi territoriale, quale valutazione delle caratteristiche economiche peculiari del territorio, se il contesto è industriale, commerciale, agricolo culturale o turistico, questo per indirizzare l’accertamento verso quelle categorie d’entrata che possono essere a maggiore rischio evasione.
    A titolo d’esempio, nelle zone ad economia turistica, può essere opportuno concentrare le energie sul controllo delle attività ricettive, circa l’imposta di soggiorno o le quote IRPEF, che possono essere evase per affitti brevi non registrati e sulle relative entrate TARI, ovvero sulle fittizie esenzioni IMU, riservate alle abitazioni principali o ancora alle entrate da canone unico (occupazioni suolo pubblico e iniziative pubblicitarie) riservati agli esercizi di somministrazione.
  • Analisi funzionale, utile a prediligere quei controlli che risultano statisticamente più efficaci, indirizzando le attività di verifica verso le fattispecie d’illecito rilevanti in termini di gettito tributario e di solvibilità del contribuente.
    A titolo d’esempio, per i comuni ad economia industriale è particolarmente proficuo concentrarsi sull’accertamento dei fabbricati iscritti in categoria D, la cui imposizione, disciplinata dal comma 744, della Legge n. 160/2019 prevede, in caso d’accertamento, che le maggiori somme siano destinate al comune accertatore.

Ulteriori attività preliminari riguardano l’analisi degli ambiti esterni ed interni all’ente locale.

  • Ambito esterno - analisi dei dati statistici relativi all’evasione tributaria locale, registrati negli anni precedenti, individuando quali sono i settori d’entrata più fragili, rispetto ai quali occorre intervenire in maniera più incisiva.
  • Ambito interno - analizzando le risorse umane e le dotazioni strumentali disponibili; in particolare, è di fondamentale rilevanza il tema delle banche dati e dei software d’analisi.


L’integrazione dei dati: finalità
Nella fattispecie, è opportuno che le informazioni disponibili nei database interni ed esterni, ma anche i dati aperti reperibili in internet, siano integrati tra loro attraverso l’utilizzo di software in grado di ridurre sensibilmente i tempi dell’accertamento. Questi strumenti digitali devono, in particolare, favorire:

  • il passaggio diretto tra dati oggettivi (beni mobili, immobili, redditi da lavoro o d’impresa) e dati soggettivi (codice fiscale o partita iva), associando cioè a quest’ultimi tutti gli elementi che possono qualificare una certa capacità contributiva;
  • la possibilità di visualizzare i risultati dell’integrazione con una rappresentazione cartografica.
  • Si ritiene altresì opportuno, operare preventivamente l’allineamento e la bonifica dei dati informatici disponibili, perché risultino aggiornati e facilmente integrabili.

Tra gli elementi organizzativi utili a strutturare in maniera adeguata l’attività dell’ufficio entrate comunale, sulla base dei risultati emersi dall’analisi degli ambiti sopra menzionati, fondamentali si profilano le scelte degli amministratori locali, che devono mirare a garantire l’effettivo raggiungimento degli obiettivi strategici.
Le possibili scelte incrementali dell’organizzazione sono destinate a:

  • gestire l’attività ordinaria, accontentandosi delle somme derivanti dalle entrate alle quali il contribuente spontaneamente aderisce e liquida;
  • attivare un progetto di recupero dell’evasione/elusione delle entrate locali, anche attraverso l’incremento di un’attività di notifica efficace e di un’efficiente riscossione coattiva locale;
  • tutelare le risorse destinate ad agevolazioni, contributi, sussidi ed altre forme di welfare erogate dai comuni ma anche quando i controlli sono affidati ai comuni stessi, evitando di erogare le risorse a chi non ha i requisiti di legge;
  • affiancare all’attività di contrasto all’evasione tributaria locale, la cooperazione fiscale con Agenzia delle entrate e Guardia di Finanza, disciplinata dall’articolo 44, D.P.R. n. 600/1973, integrato dall’introduzione di incentivo economico, stabilito dall’articolo 1, D.L. n. 203/2005 e dalle successive modifiche e integrazioni: si tenga presente che, oltre a percepire le somme derivanti dall’attività di collaborazione, si presuppone che indirettamente si verifichi anche l’ulteriore incremento dell’addizionale IRPEF comunale;
  • ampliare ulteriormente gli ambiti accertativi, anche all’attività di contrasto al lavoro sommerso, disciplinata dall’articolo 18, D.L. n. 78/2010, che consente ai comuni collaboranti, di percepire l’incentivo pari al 33% delle sanzioni irrogate al trasgressore (datore di lavoro);
  • tutelare l’integrità dell’ente locale, creando un valore aggiunto al Piano anticorruzione e trasparenza, introducendo e valorizzando da parte della P.A. l’attività obbligatoria di prevenzione del riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, disciplinata dall’articolo 10, D.Lgs. n. 231/2007. 


La cooperazione tra enti
Le attività di collaborazione con gli enti sovraordinati sono particolarmente importanti, perché consentono d’incamerare interessanti incentivi economici, quali somme extra bilancio introducibili nell’organizzazione comunale senza peraltro impegnare maggiori risorse, in quanto molti dei controlli sono già effettuati per l’assolvimento di compiti istituzionali. Si tratta di formidabili opportunità, utili a rivitalizzare le entrate locali, spesso sottovalutate da amministratori e funzionari locali.


L’attività della Polizia Locale
Un ulteriore valore aggiunto alle attività accertative comunali è il coinvolgimento del personale di Polizia locale. Tale scelta è motivata da diversi fattori, quali:

  • la conoscenza del territorio e del tessuto economico, favorita dallo svolgimento istituzionale delle attività di controllo in materia di polizia commerciale e amministrativa, fortemente rilevante ai fini fiscali e dell’antiriciclaggio;
  • la possibilità di garantire ulteriori controlli sui tributi minori, collegati alle violazioni sull’occupazione del suolo pubblico e delle iniziative pubblicitarie, disciplinate dagli articoli 20-28, Codice della strada, riservate esclusivamente al personale con la qualifica di polizia stradale.

Per favorire le performance del personale dell’ufficio entrate e di tutti gli uffici che collaborano al raggiungimento degli obiettivi delle entrate, è possibile, tramite approvazione d’idoneo regolamento, introdurre, per effetto dell’articolo 1, comma 1091, Legge n.145/2018, incentivi economici da destinare al potenziamento delle risorse strumentali e formative e al trattamento accessorio del personale, pari al 5% delle somme recuperate dall’accertamento delle entrate IMU e TARI.
Su questi importantissimi temi torneremo con ulteriori approfondimenti operativi all’interno della “Rivista del Sindaco”.


Articolo di Giustino Goduti

Un’ampia analisi dei modelli organizzativi e dei processi dell’intera filiera di prelievo tributario è rappresentata all’interno del volume L’accertamento e la riscossione delle entrate locali, di Giustino Goduti, Halley Editore, primo volume della collana “Legalità in comune” creata con l’obiettivo di offrire ai Comuni utili e pratiche indicazioni per recuperare efficienza ed efficacia nell’azione di governo del proprio territorio.


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