NON È UNA PA PER GIOVANI

Enti pubblici vietati ai giovani Solo il 2% ha meno di 30 anni (di Fabrizio De Feo su “Il Giornale” del 27 marzo 2017) 
L’articolo de “Il Giornale” riporta e commenta i dati diffusi di recente dall’Aran - l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni - sugli oltre 3 milioni di dipendenti della Pa, con situazione aggiornata all’anno 2015. Emerge la realtà di un comparto sempre più “vecchio” e con un ricambio generazionale in costante diminuzione, a causa anche del famigerato blocco del turn over. L’innalzamento dell’età media dei dipendenti, e il mancato ricambio con “forze fresche”, viene peraltro dalla giornalista messo in diretta correlazione con la poca dimestichezza che i lavoratori del pubblico impiego avrebbero con le nuove tecnologie. Fatte salve le “dovute eccezioni”, rappresentate da quei lavoratori non giovanissimi eppure particolarmente a loro agio con le Ict, l’eventuale familiarità con le nuove tecnologie da parte del dipendente pubblico medio sarà - sempre a giudizio dell’autrice dell’articolo - necessariamente frutto di conquiste arrivate grazie all’aggiornamento e alla formazione, e non un “portato naturale”, come viceversa sarebbe garantito da un’eta anagrafica media più bassa. Fatto sta che il dato sull’”invecchiamento” sembra un trend ormai consolidato, con un’età media per il 2015 attestatasi a 50,4 anni. Davvero esigua invece la percentuale dei lavoratori sotto i 30 anni, appena il 2,7% del totale, che sale, ma non di molto (al 6,8%), alzando la soglia a 35 anni. Praticamente assenti, meno dell’1% e quasi tutti nelle forze armate, gli impiegati sotto i 25 anni, vale a dire coloro che vengono assunti appena lasciata l’università. Prendendo in considerazione i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, con la sola eccezione degli appartenenti alle forze dell’ordine che hanno un’età media di 41,4 anni, in molte categorie l’età media si attesta ben oltre i 50 anni: 53,1 per i medici; 54,4 per i dirigenti; 51,2 per i docenti scolastici; 53,2 per professori e ricercatori universitari. Ma è soprattutto prendendo in considerazione gli ultimi 15 anni - dal 2001 al 2015 - che emergerebbe il veloce invecchiamento del settore, con un’età media passata da 44,2 anni a 50,4. Scendendo nel particolare, i dipendenti di Regioni e Comuni sono “invecchiati” di 6,8 anni, quelli della sanità di 4,9, quelli delle forze armate di 5,4, dei corpi di polizia di 9,5, dei ministeri di 8 e della scuola di 4,5. Secondo alcune stime, nel 2019 quasi un terzo dei dipendenti avrà oltre 60 anni.  Infine, se si fa il confronto con altri due grandi Paesi europei, gli under 35 sono circa il 25% del totale nel Regno Unito e il 27% in Francia. “E’ chiaro, comunque, che in termini pratici di fronte alle ristrettezze del nostro bilancio e alla pressione del debito pubblico non è facile sollecitare il rinnovamento anagrafico della Pa e il rilancio di un settore chiamato a sostenere la ripresa del Paese invece di appesantirla con una burocrazia difensiva”. Questa la conclusione dell’articolo.