La Rivista del Sindaco


Reato di concussione anche per il solo abuso della qualità di pubblico ufficiale

Approfondimenti
di La Posta del Sindaco
13 Luglio 2018

La Corte di Cassazione si è da poco pronunciata con una sentenza destinata a lasciare il segno, per quanto riguarda l'abuso della qualità di agente di polizia municipale. Un maresciallo della polizia locale, con il compito di eseguire accertamenti anagrafici e verifiche riguardo i cambi di domicilio e residenza, è stato sorpreso a costringere un'agenzia di servizi, che voleva avvalersi del suo lavoro per ottenere l'iscrizione nell'anagrafe dei residenti nel Comune di due cittadini di nazionalità extracomunitaria, a versargli somme di denaro, dietro la minaccia di denunciarla per false attestazioni in merito all'indirizzo dichiarato. L'agenzia aveva inviato due pratiche contraddittorie: nella prima aveva accertato che i richiedenti erano sconosciuti all'indirizzo indicato nell'istanza, mentre nella seconda si era attestato che i richiedenti abitavano effettivamente nell'appartamento segnalato nella richiesta. Non avendo trovato i richiedenti, il maresciallo, in veste di funzionario comunale, aveva minacciato di denunciarli per la loro assenza, nonostante le proteste del titolare dell'agenzia che sosteneva trattarsi solo di un'assenza temporanea, a quel punto ha dichiarato di dover inserire nella denuncia anche il loro collaboratore a meno che non avesse ricevuto una somma pari a mille euro. Il titolare ha accettato di versargli 500 euro in un primo momento e altrettanti in seguito, salvo poi denunciarlo alle autorità competenti, che hanno arrestato il maresciallo quando è andato a prendere la seconda tranche di denaro.

In seguito all'arresto e alla condanna della Corte d'appello, il maresciallo è ricorso in Cassazione per evitare di scontare il reato di concussione. Invece, la Cassazione, con la sentenza n. 29661/2018, non solo ha definito il ricorso inammissibile e di manifesta infondatezza, ma ha anche confermato la condanna emessa dalla Corte d'appello, in cui si rileva che l'abuso della qualità di agente di polizia municipale rappresenta un reato di concussione. I giudici hanno ricordato come l'abuso di poteri rientri in quei casi in cui un funzionario agisca comunque all'interno dei propri poteri, mentre si parla di abuso di qualità quando l'illecito viene perpetrato strumentalizzando la propria posizione di potere da pubblico ufficiale, anche agendo al di fuori del proprio ramo di competenza. Se la vittima percepisce, da parte di un funzionario, un possibile o probabile impiego dei poteri da parte del pubblico ufficiale non favorevole ai propri interessi, che lo inducano o spingano verso un illecito, per i giudici potrebbe essere sufficiente a dimostrare l'abuso e di conseguenza il reato di concussione.


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