La Rivista del Sindaco


Conferma della chiusura fabbriche fino al 3 aprile

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di La Posta del Sindaco
30 Marzo 2020

Confermata la chiusura di numerose fabbriche dal 28 aprile fino al 3 aprile su tutto il territorio nazionale, che si estendono alla fabbricazione di macchine per l’industria agricola, per l’industria alimentare, di bevande e tabacco, oltre a quelle che producono articoli in gomma, corde, spaghi, funi e reti. Limitata l’attività delle opere di ingegneria civile, dei call center, e la fabbricazione di prodotti chimici, in materie plastiche, in carta, e degli imballaggi in legno. Confermano invece il via libera la produzione di batterie, pile e accumulatori elettrici, la fabbricazione di imballaggi in vetro per alimenti, e l’attività delle agenzie che si occupano di somministrazione lavoro.

Viene così corretto l’elenco delle attività che il Dpcm del 22 consentiva e che era stato oggetto di aspre critiche da parte dei sindacati (Cgil, Cisl e Uil), con cui finalmente il governo pare aver trovato un punto d’incontro. I sindacati volevano ridurre il numero di produzioni considerate indispensabili (quindi escluse dalla chiusura generalizzata) e sembrano ora essere soddisfatte. Dal 28 marzo, quindi, oltre alle attività già presenti nel Dpcm 22 saranno oggetto di chiusura anche quelle presenti nell’elenco aggiornato dal nuovo decreto ministeriale. Tale chiusura è disposta fino al 3 aprile, salvo future modifiche.

Il sofferto accorto è stato ottenuto da Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, con una pre-intesa, consolidata poi in seguito con i leader di Cgil, Cisl e Uil, dopo che si era reso un intervento (ovviamente a distanza, com’è avvenuta tutta la trattativa) del premier Conte, che si è sentito di doversi appellare al senso di responsabilità del sindacato. Dopo aver sollevato la possibilità di derogare alla chiusura con la certificazione presentata dal datore di lavoro al prefetto, per autocertificare la propria attività come facente parte della filiera strategica, lamentando che tale linea d’azione avrebbe portato numerosi imprenditori ad approfittare di tale deroga, i sindacati hanno confermato che “È stato tolto dall'elenco tutto ciò che non era essenziale, visto il momento difficile che stiamo vivendo. In queste attività chi lavora dovrà essere dotato dei dispositivi di protezione individuali e, in tutti i luoghi di lavoro, dovrà essere rigorosamente adottato il Protocollo sulla sicurezza”. Le organizzazioni territoriali saranno coinvolte dai prefetti per la realizzazione delle autocertificazioni di quelle imprese svolgenti considerate funzionali per il proseguo delle filiere essenziali, assicurando che “il ministero della Difesa si è impegnato a diminuire la produzione nel settore militare, salvaguardando solo le attività indispensabili”. Il monitoraggio del Protocollo di sicurezza nelle fabbriche, sarà assicurato dal governo in collegamento con il sindacato.


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