La scorsa settimana si è raggiunto un picco di record negativi, con le vittime di coronavirus che hanno superato il migliaio, la Borsa italiana in costante ribasso e lo spread che torna a salire in maniera preoccupante. Questa brutta situazione è stata causata anche dalle parole di Christine Lagarde, la presidente della Bce che ha escluso l’intervento dell’Istituto di Francoforte “per ridurre gli spread”. Parole in grado di mettere ancora più in crisi il Governo italiano, che stava già facendo i conti con le proteste scatenate dal nuovo Dpcm per contenere il coronavirus e dai relativi scioperi del Nord.
Per questo, Giuseppe Conte ha poi contattato al telefono la cancelliera tedesca Angela Merkel, per accordarsi sul modo di affrontare la pandemia in atto e metterla “al primo posto dell’agenda europea, tanto sul piano sanitario che su quello degli effetti economici”. Il premier Conte ha poi fatto sapere che si aspetta l’adozione di “tutte le misure necessarie” per far fronte all’emergenza, da parte della Commissione von der Leyen.
Le parole della Lagarde sono state amaramente commentate poi dal Capo dello Stato. La presidente della Bce ha avuto poi il modo di correggere il tiro e, in uno scambio con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (che mostrava la preoccupante situazione in cui versa il nostro paese), la Lagarde ha invece assicurato che da parte di Francoforte ci sarà una piena disponibilità. “Ci saremo per l’Italia, non c’è alcun dubbio”, ha dichiarato, permettendo a Gualtieri di calmare le acque, affermando che “la Bce utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione per evitare che lo shock derivante dal Covid-19 possa provocare una frammentazione del sistema finanziario dell'area euro”.
Molte le voci dei partiti politici che si sono alzate riguardo la questione, di critica, elogio per la veloce marcia indietro e di sprezzo per la posizione iniziale della Bce, con tanto di richiesta di dimissioni da parte della Lagarde. Dimostrando ancora una volta che la politica chiede unità al popolo, ma poi continua a frammentarsi in attacchi e ritirate, che troppo spesso hanno del plateale e poco che spartire con le reali necessità del paese.
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