Da qualche giorno le misure prese per le zone rosse sono state estese a tutta Italia, poi con l’ultimo decreto stilato dal governo per contenere il diffondersi del coronavirus si attiva una nuova stretta attiva finao al 25 marzo. Il messaggio trasmesso dal premier Conte, spiegava che per necessità “Restiamo distanti oggi per abbracciarci con più calore domani”. La stretta prevede la chiusura di quelle attività e servizi non considerati indispensabili alla comunità, quindi potremo trovare aperti per necessità benzinai, idraulici, tabaccai, meccanici ed edicole. Altri esercizi collaterali pare potranno rimanere aperti. Perchè il documento appare non privo di discrasie, che andranno corrette, al fine di produrre un documento più chiaro e che non lasci spazio a dubbi.
Un punto che ha creato molto scontento è la decisione di tenere aperte le fabbriche, che ha subito avuto per risposta in diversi scioperi nelle fabbriche del Nord Italia (zona ancora molto colpita dal virus). Le adesione a questi scioperi sono molto alte, spiega la Fiom Cgil del Piemonte, con analoghe situazioni anche nel bresciano, nelle chi “fabbriche si stanno determinando confusione e panico, anche perché si registrano i primi casi di contagio”, che talvolta le aziende nemmeno rendono pubbliche, conferma la De Martino, segretaria generale della Fiom Cgil Piemonte.
Intanto, l’Oms ha dichiarato l’emergenza covid-19 una pandemia proprio per la velocità di diffusione, e il membro dell’esecutivo dell’Oms e consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi, ha affermato che è necessario abituarsi all’idea di “una guerra lunga”. Facendo un paragone con la Sars (meno contagiosa del coronavirus), la cui emergenza finì intorno a maggio-giugno, ha ipotizzato che “se lavoriamo tutti insieme e ci va bene”, dovremmo comunque arrivre all’estate per ricominciare a tornare alla normalità. In seguito all’incontro con i diplomatici di Ginevra, il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che se i Paesi si attiveranno per contrastare la pandemia, questa sarà controllabile, esprimento preoccupazione per i paesi che non si stanno approcciando alla minaccia con un “livello di impegno necessario”.
In merito alla dichiarazione della pandemia, si è espresso anche il ministro Luigi di Maio durante la trasmissione Mattino 5, dichiarando che lo stato di emergenza dovrebbe portare ad un cambiamento per l’Europa, ed è un bene, perché “noi abbiamo bisogno di una serie di provvedimenti europei”. Soprattutto diretti alle piccole, medie e grandi imprese, duramente colpite dall’emergenza sanitaria in atto. Il ministro si augura anche un aiuto da parte della Bce, di cui si attendono una serie di azioni, al fine di “rendere sostenibile il debito pubblico dei paesi europei”.
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