Con il Decreto Scuola si è approvato un concorso ordinario per gli ingegnanti di religione cattolica (Irc) che sarà bandito entro il 2020; una decisione che ha incontrato la soddisfazione dei Vescovi italiani, ma ha fatto subito levare in proteste lo Snadir (il sindacato dei docenti di religione, con circa 10mila iscritti), che reputa il provvedimento non di aiuto per risolvere il precariato e penalizzante proprio per molti precari storici che finiranno per essere licenziati. Su un numero complessivo di 24mila insegnanti di religione, sono ben 14mila i precari, la cui materia, seppur facoltativa è seguita dall’86% degli studenti.
A quasi sedici anni dall’ultimo concorso destinato agli Irc, quest’anno ne verrà bandito uno nuovo. Dei posti disponibili, metà saranno riservati ai docenti con 3 annualità di servizio da almeno 180 giorni. Chi ha superato invece l’ultimo concorso del 2004 ma non ha ancora ottenuto il ruolo, rimarrà in graduatoria, che continuerà il canonico scorrimento. Il nuovo concorso prevede però che per i precari storici siano riservati solo metà dei posti (quasi 3mila sui circa 6mila disponibili), come da articolo 1-bis, legge 59/2019, lasciando le supplenze per ben 8mila cattedre, ed ecco il motivo del malcontento dello Snadir.
Questo mentre la Cei, pur affermando d’essere “testimone e solidale con la preoccupazione e il disagio in cui versano tanti insegnanti di religione cattolica”, si reputa soddisfatta per il bando di concorso, sempre tendendo una mano al Miur e ai sindacati nel rinnovare “la propria disponibilità a collaborare all’elaborazione del bando di concorso”. Un’intensa specifica e preventiva con il presidente della Cei è infatti prevista dalla legge, per il bando di concorso.
Lo Snadir si domanda quindi come sia possibile per i vescovi italiani “essere soddisfatti di una legge iniqua, discriminatoria e banale, che invece di aprire le porte per la stipula di contratti a tempo indeterminato potrebbe, al contrario, determinare l’uscita dalla scuola di docenti che sull’insegnamento hanno costruito la propria vita professionale e il loro progetto familiare.” Il sindacato è pronto a battersi, e “si rende sin da ora disponibile a un confronto finalizzato a limitare i danni che potrebbero derivare dal concorso ordinario selettivo”, affermando che solo alla stesura del bando di concorso si potrà stabilire l’entità della soluzione e del problema. Il segretario nazionale dello Snadir, Orazio Rustica, si chiede perché non si è invece pensato in prima istanza di “portare la soglia degli organici dall’attuale 70% (come da legge 186/2003) ad almeno l’80%”, una soluzione che in un paio d’anni avrebbe fornito stabilità lavorativa a molti precari, che da anni svolgono il ruolo di insegnanti di sostegno, e sperano sempre un una futura stabilità. Stabilità che il futuro concorso potrebbe togliere a molti di loro.
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