Dopo un lungo periodo di stallo, un nuovo Governo si sta insediando e nel lungo elenco delle misure che questa formazione vorrà approvare c’è un pacchetto di provvedimenti per Regioni ed Enti Locali.
L’agenda del nuovo Esecutivo è sin d’ora ricca di impegni ed alcune delle misure previste potrebbero divenire direttamente il primo decreto del Governo o venire allegate come emendamenti all’ultimo provvedimento dell’Esecutivo diretto da Gentiloni, nel caso di specie si parla della misura che ha prorogato la cosiddetta busta paga pesante unita alla gestione di altre misure fiscale per tutti quelli che vivono nelle aree colpite dal sisma.
L’esecutivo vorrebbe assegnare 500milioni nel 2018 e nell’anno 2019, denaro che verrebbe utilizzato dalle Regioni per gli investimenti. La distribuzione di tale somma risulta però difficoltosa, un po’ come successo qualche tempo fa per le cifre destinate agli enti locali. Infatti si pensi che la ripartizione dovrebbe avvenire in base alle candidature ed i progetti delle singole Regioni, seguendo dei criteri di priorità per tutti quei progetti realizzabili nel breve periodo.
Però gran parte delle Amministrazioni non hanno ancora avviato le procedure di richiesta, creando l’increscioso inconveniente di ricorrere nuovamente ad un mezzo legislativo che preveda il testo normativo e le tabelle per assegnare tali fondi. La norma comprensiva di parte tabellare è già pronta ed è stat inviata alla Commissione Speciale come emendamento al Decreto dedicato alla compagnia aerea di bandiera Alitalia, già respinto per incompatibilità di materia.
E’ però tutto pronto per la prima ondata di nuove norme, difatti durante la Conferenza tra Stato e Regioni è già stata raggiunta l’intesa sulle cifre. Per far partire tutto ciò sono state necessarie due sentenze della Corte Costituzionale (247/2017 e 101/2018) che hanno eliminato il blocco sugli avanzi delle Amministrazioni, previste dalla legge di bilancio.
Per rendere quest’ultima legge coerente con la nostra Carta Costituzionale sarà necessario un lavoro di cesello sui filtri introdotti dalla legge 243/2012 art.9, che imponeva alle Amministrazioni il rispetto del pareggio di bilancio, seguendo il D.Lgs 118/2011 che riguardava l’armonizzazione contabile.
Questo ritocco permetterebbe all’avanzo di rientrare nei conti necessari per raggiungere il pareggio di bilancio, così facendo se ne svincolerebbe l’utilizzo, la Consulta si è interrogata più volte sull’entità delle coperture necessarie all’adattamento di queste nuove norme, ma le ricadute derivanti non sarebbero così gravi da destabilizzare i conti.
Le somme liberate riguarda solo quelle libere da vincoli siano essi nazionali o regionali, in quanto questi ultimi continuerebbero a seguire l’iter di abitudine.
i numeri veri e propri si potranno constatare solo ed esclusivamente con l’arrivo di questa nuova normativa, che troverà sicuramente interessate le nuove forze al Governo. Che porterebbero a molti Comuni medio-piccoli dell’Italia centro-settentrionale numerosi benefici.
L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) ha altresì inserito una proposta che dovrebbe liberare i Primi Cittadini da vincoli troppo stretti, come il taglio degli obblighi derivanti dal Documento Unico di Programmazione (DUP).
L’altro nodo da risolvere è quello creato dalla risoluzione 2/2018 imposta dal Dipartimento Finanze che ha interrotto gli aumenti dell’imposta di pubblicità.
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