La Ragioneria generale dello Stato (RgS) ha pubblicato la scorsa settimana un aggiornamento statistico, relativo all’anno 2017, sull’entità dei mutui contratti da Regioni, Province autonome ed Enti locali per il finanziamento degli investimenti pubblici e sul livello della relativa esposizione debitoria. Le informazioni contenute nell’
indagine eseguita dalla RgS sono state acquisite da un campione costituito da 50 istituti di credito residenti in Italia e dalla Cassa Depositi e Prestiti. Come specificato nell’introduzione, l’analisi riguarda lo stock di debito residuo e i flussi annui (nuove concessioni e rate di ammortamento), distinti secondo le classi degli enti beneficiari, le tipologie di opere finanziate e la distribuzione territoriale degli enti beneficiari. Una sezione apposita dell’indagine, inoltre, è dedicata ai prestiti obbligazionari sottoscritti dagli istituti facenti parte del campione. Il primo dato a venire evidenziato riguarda un calo del debito residuo complessivo di Regioni ed enti locali rispetto all’anno precedente: 51,3 miliardi di euro al primo gennaio 2018 contro i 53 miliardi del primo gennaio 2017. Un calo quindi del 3,2%, equivalente ad uno 0,16% in meno di PIL. Risulta in calo anche lo stock dei prestiti obbligazionari: da 7,7 a 7,2 miliardi.
Se da una parte la riduzione del debito è sicuramente un fattore positivo, peraltro non lontanissimo, ad esempio, dall’entità della manovra correttiva che l’Unione europea ha chiesto all’Italia e che, per ora, vale circa lo 0,3% del PIL, dall’altra il dato sta a significare che la spesa in conto capitale degli Enti territoriali continua a scendere. Infatti i mutui oggetto dell’indagine sono stati contratti proprio per finanziare la spesa per investimento che quindi, anche nel 2017, non ha fatto registrare la “ripresa” tanto sperata. I dati raccolti dalla RgS, però, consentono di operare dei distinguo a seconda della tipologia di ente interessata. I mutui contratti dalle Province, ad esempio, sono praticamente irrilevanti: appena 5 milioni di euro nel 2017, quasi il 31% in meno rispetto alla già esigua spesa del 2016. Se però era difficile aspettarsi di più da enti che hanno visto le proprie finanze ridursi al lumicino negli ultimi anni, colpisce il dato relativo alle Regioni. Il meno 44,9% della spesa per mutui fatta registrare dalle Regioni nel 2017, infatti, equivale ad un calo di 1,035 miliardi di euro: 1.268 milioni contro i 2.303 dell’anno precedente. Anche l’indebitamento per mutui dei Comuni capoluogo risulta in calo, ma in maniera meno pronunciata (-12,2%), mentre è cresciuto sia quello dei Comuni sopra i 20 mila abitanti (+6,1%) che quella dei Comuni al di sotto dei 20 mila abitanti (+4%). In questa ultima tipologia di ente, però, bisogna tenere in conto che la possibilità di estinzione anticipata dei contratti di mutuo ha consentito di tagliare l’8,1% del debito residuo.