I Giudici della Corte di Cassazione Penale Sezione 2 con la sentenza n. 15792, udita in pubblica udienza il 20 marzo scorso e depositata in data 10 aprile 2018, sostiengono che il caso dell'ex Sindaco che dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale, sicuro della rielezione, si è premurato di raccomandare del personale per il locale sanatorio, minacciando in caso di risposta negativa delle ritorsioni di natura economica.
L’imputato, un ex sindaco calabrese, si difese sostenendo che al momento di tali pressioni, aveva cessato la carica di Sindaco, in quanto si trovava in campagna elettorale, quindi i reati di concussione e abuso di ufficio non possono essergli ascritti.
Infatti precedentemente i Giudici di Legittimità avevano annullato la sentenza di condanna sostenendo che in quel determinato arco temporale, l’imputato non aveva alcuna carica.
La sentenza riconosce che effettivamente l’ex Sindaco in quel momento non aveva una qualifica di pubblico ufficiale, ma che i comportamenti nei confronti del Dirigente della casa di cura derivano dall’abuso di potere derivante dalla carica, anche nei tempi stretti della campagna elettorale.
Le minacce al Dirigente da parte del candidato, constavano nell’estromissione dalla struttura e nel ritardo imposto nei pagamenti per i diritti spettanti alla struttura in questione.
La Cassazione conclude la questione applicando nel caso in questione l’articolo 360 del Codice Penale che prevede il termine di ogni carica pubblica, nonostante la carica che il soggetto ricopre al momento. Si presume che questo tipo di sentenza farà da precedente ed entrerà nella giurisprudenza.
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