Agenzia delle entrate, Guardia di finanza, Anci e Ifel firmano una nuova intesa. Validità triennale, si punterà su formazione e una più stretta collaborazione
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La Posta del Sindaco
19 Marzo 2018
Come è noto. l’elevato tasso di evasione fiscale è uno dei grandi problemi – secondo alcuni “il problema” – del nostro Paese. Tant’è che lo Stato, con apposita legge (n. 248 del 2 dicembre 2005), ha chiesto una mano ai Comuni, prevendo la possibilità di una loro partecipazione all’accertamento fiscale dei tributi erariali e riconoscendogli una quota incentivante proporzionale agli eventuali maggiori tributi statali riscossi grazie alla loro collaborazione. Lo scorso 30 gennaio è quindi stato firmato un nuovo protocollo d’intesa a quattro – Agenzia delle entrate, Guardia di finanza, Anci e Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale) - che ha, per l’appunto, lo scopo di intensificare una collaborazione che, almeno fino ad ora, non ha dato i frutti sperati. Ma, del resto, c’è da dire che quando si parla di contrasto all’evasione fiscale si parla di una guerra ancora molto lontana da una accettabile risoluzione e sul cui esito, ormai, è più che lecito nutrire qualche dubbio.
Ad esempio, nel 2017, il ministero dell’Interno ha trasferito ai 517 Comuni che hanno aiutato l’Agenzia delle entrate a recuperare dei tributi statali evasi nell’anno 2016 una somma totale di 13,3 milioni di euro. Tanto o poco? Sicuramente poco, in rapporto all’ammontare complessivo del fenomeno dell’evasione e alla percentuale di partecipazione – o meglio: di partecipazione con esito positivo - dei Comuni: meno del 7% del totale. Poco, e in diminuzione del 21,7%, rispetto all’anno precedente, quando i Comuni “premiati” erano stati più di 600 e il bonus dello Stato trasferito pari a circa 17 milioni di euro. Un’occasione sprecata, anche e soprattutto per i Comuni, che avrebbero a disposizione una possibilità di incrementare i propri magri bilanci e di svolgere un compito encomiabile per la collettività. Se pure non sono mancati esempi virtuosi di collaborazione, soprattutto da parte degli Enti di dimensioni più piccole e generalmente localizzati nel Nord Italia (in particolare in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana) la situazione è ancora troppo a macchia di leopardo e troppo poco generalizzata. E così, a fronte di un caso come quello del Comune di Castel San Pietro Terme (BO), neanche 21 mila abitanti e 496 mila di euro ricevuti nel 2017 dalla partecipazione alla lotta all’evasione, c’è quello del Comune di Roma, quasi 3 milioni di abitanti (tutti contribuenti irreprensibili?) e 108 mila di euro incassati come premio per il proprio contributo, ancora meno dei 123 mila dell’anno precedente.
Di fronte a risultati non proprio brillanti (pur con le dovute eccezioni) il presidente dell’Anci Antonio Decaro ha addotto diverse motivazioni a parziale scusante: l’armonizzazione dei bilanci, che ha spinto i Comuni a concentrarsi sul fronte della riscossione dei propri tributi per non rischiare di aumentare troppo il fondo crediti di dubbia esigibilità; il blocco del turn over che ha impedito di destinare personale alla lotta all’evasione fiscale dei tributi erariali; il fatto che la stessa Agenzia delle entrate avesse richiesto meno segnalazioni (ovvero segnalazioni “più qualificate”, cioè in grado di far effettivamente scovare tributi evasi e consistenti); infine, il fatto che il precedente protocollo di intesa fosse ormai scaduto da tempo.
Quello appena firmato, che avrà una validità triennale, si propone proprio di migliorare la qualità dell’apporto alla lotta all’evasione dato dai Comuni. Quindi si intende puntare molto sull’aspetto formativo del personale dei Comuni, che sarà garantito gratuitamente dall’Agenzia delle entrate e dalla Guardia di finanza. Sulla definizione di un modello standardizzato, e diffuso in tutti i Comuni, di comportamenti da mettere in opera a partire dalle buone pratiche finora riscontrate nei territori. Fondamentale sarà anche la collaborazione costante del gruppo di lavoro costituito con il protocollo d’intesa, e che ha all’interno personale specializzato proveniente da ciascuna delle quattro istituzioni coinvolte, soprattutto a livello di facilitazione dell’interscambio informativo delle diverse banche dati e di monitoraggio dell’andamento del rapporto di collaborazione istituito. Inoltre, a livello territoriale, l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza potranno – anche con la collaborazione delle diramazioni regionali dell’Anci - stipulare accordi o protocolli d’intesa con i singoli Comuni, purché nel rispetto dei contenuti del protocollo d’intesa nazionale.
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