Potenziare la sicurezza di una zona, magari in un quartiere considerato a rischio, per un privato è il motivo unico e prerequisito (come stabilito dalla legge n. 48/2017) per poter istallare telecamere su strade e piazze, in modo da registrare quanto avviene intorno alle case. Nella normativa, per quanto riguarda attività produttive e centri commerciali si parla di veri e propri benefici fiscali, nel caso decidessero di istallare moderni sistemi di video controllo nella loro zona. Le immagini così ottenute saranno conservate fino a sette giorni, tramite il comune e messe unicamente a disposizione delle forze dell'ordine.
I soggetti interessati a questa opportunità dovranno essere supportati dal comune, a cui spetta il compito di favorire e permettere questa possibilità, perché tra le ovvie complessità derivate dai progetti di sicurezza urbana integrata, la burocrazia, l'ostilità della privacy e tagli al bilancio, si potrebbe incorrere in ben più di un intoppo. L'indispensabile ruolo del comune è stato sottolineato nelle linee per la realizzazione della sicurezza urbana, che la conferenza stato-città ha approvato il 26 luglio, ai sensi del pacchetto sicurezza n. 14/2017. Stando alle linee guida, ogni progetto in materia di sicurezza urbana (anche in caso di un progetto di partenariato pubblico-provato) dovrà essere preceduto da un accordo sulla sicurezza stessa, approvato dal sindaco e dal prefetto.
Molti comuni hanno già e stanno già sperimentando il potenziamento degli impianti di videosorveglianza con la partecipazione dei privati, inserendo questa possibilità nel regolamento riguardo la sicurezza urbana. In questo modo, cittadini, associazioni o operatori economici interessati hanno comprato e istallato le moderne tecnologie di videosorveglianza, per metterle poi a disposizione completa del primo cittadino, considerando il gesto di fiducia (non potendo avere accesso diretto alle immagini) mirato al miglioramento della sicurezza locale.
Premessa la valutazione e la successiva idoneità per la privacy, le agevolazioni fiscali per i soggetti privati interessati a migliorare la sicurezza urbana, stando alla legge 48/2017, saranno messi a disposizione solo se il potenziamento della sicurezza avverrà tramite un investimento in moderni impianti di software di analisi video per il monitoraggio attivo, in grado di inviare segnali di allarme alle forze di polizia oppure ad istituti di vigilanza convenzionati.
L'esempio più facile è di certo quello del centro commerciale, in cui le telecamere del privato non hanno il permesso di riprendere le aree esterne, come strade e parcheggi, che sono invece quelle spesso soggette a maggior rischio per la sicurezza. Dopo una valutazione strategica preliminare ad hoc, per valutare l'impatto sulla privacy, seguendo le normative del dl 14/2017, sarà possibile mettere in osservazione queste zone, mentre il comune si adopererà per stabilire i benefici fiscali riguardanti Imu e Tasi, perché l'incentivo riguarderà l'applicazione di detrazioni dell'imposta municipale propria e del tributo per i servizi indivisibili.
Quindi promuovere l'istallazione di tecnologici e moderni impianti di sorveglianza, potenziamento e realizzazione di nuovi impianti, in cambio di agevolazioni a livello comunale per quei soggetti che investono in questo ambito, sono alcuni aspetti presenti nelle linee guida per la sicurezza urbana del 26 luglio. Lo scoglio principale sarà superare la privacy perché, ad oggi, per i comuni, istallare liberamente impianti di videosorveglianza per analisi video e di meta-datazione è stato difficile se non impossibile, ma è evidente una volontà da parte dello stato di agevolare lo sfruttamento delle moderne tecnologie, cercando di rimanere al passo con i tempi in materia di sicurezza urbana.
Ricevi via email i nuovi contenuti pubblicati nel portale
In collaborazione con: