Approfondimento di Pietro Rizzo

Approfondimento di Pietro Rizzo                                                                                                         

Legittimità costituzionale della notificazione diretta

delle cartelle di pagamento

Pietro Rizzo

Con ordinanza n. 104 del 24 aprile 2019, la Corte Costituzionale ha dichiarato la manifesta infondatezza delle questioni di legittimità costituzionale dell’art. 14 della l. n. 890/1982 (Notificazioni di atti a mezzo posta) e dell’art. 1, comma 161, l. n. 296/2006 (legge finanziaria 2007), sollevate in riferimento agli artt. 3, 24, 23, 97, 111 e 11 della Costituzione. La questione era stata sollevata dalla Commissione tributaria regionale della Campania con ordinanza del 10/11/2017, nella quale aveva evidenziato dubbi di costituzionalità delle predette norme nella parte in cui, ammettendo la notificazione diretta degli atti impositivi e dei ruoli a mezzo servizio postale con raccomandata a/r, escludono a tale forma di notifica l’applicazione delle modalità previste dalla L. 890/1982. La Corte ha ritenuto che nella notificazione “diretta”, sia ad opera degli uffici finanziari (art.14 l. n. 890/1982, sia per i tributi locali (art.1, comma 161, l. n. 296/2006)  vi è un sufficiente livello di conoscibilità, stante l’avvenuta consegna del plico oltre che allo stesso destinatario anche alternativamente a chi sia legittimato a riceverlo, sicché il “limite inderogabile” della discrezionalità del Legislatore non è superato, né è compromesso il diritto di difesa del destinatario. Inoltre, la mancanza, in concreto, di «effettiva conoscenza» dell’atto, per causa non imputabile, può legittimare il destinatario a chiedere la rimessione in termini ai sensi dell’art. 153 del CPC (Corte Cost. sentenza 175/2018).

30 aprile 2019