Breve vademecum del riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis

BREVE VADEMECUM DEL RICONOSCIMENTO DELLA CITTADINANZA ITALIANA IURE SANGUINIS

                                                                   Davide Scotti

23 novembre 2017

I discendenti di cittadini italiani emigrati all’estero (soprattutto nei Paesi dell’America Latina), possono richiedere il riconoscimento della loro cittadinanza italiana iure sanguinis.

Per chi si trova all’estero la richiesta può essere presentata al Consolato italiano, chi trasferisce la propria residenza in Italia può presentare la richiesta all’Ufficiale di stato civile.

Ai sensi della Circolare n. k. 28.1 del 1991, l'istanza  deve essere corredata della documentazione relativa all’avo emigrato ovvero l’estratto dell'atto di nascita rilasciato dal Comune italiano di nascita e il certificato rilasciato dalle competenti Autorità dello Stato estero di emigrazione attestante che l'avo italiano a suo tempo emigrato dall'Italia non acquistò la cittadinanza dello Stato estero di emigrazione oppure l’acquistò ma soltanto dopo la nascita del figlio del quale il richiedente è discendente; oltre a tutti gli atti di nascita e matrimonio dei discendenti fino al richiedente compreso.

Tutta la documentazione che perviene dall’estero deve essere  munita di traduzione ufficiale in lingua italiana e di legalizzazione.

Condizione essenziale per iniziare la procedura è che l’avo emigrato sia nato in Italia e che non sia deceduto prima del 17.03.1961, data di proclamazione del Regno d’Italia (ma va tenuto presente che per i territori di origine veneta e triestina la decorrenza è diversa); se, però, il riconoscimento è chiesto per via materna, va considerato che la cittadinanza italiana viene trasmessa al discendente solo dal 01.01.1948.

L’Ufficiale di stato civile, che riceve l'istanza, provvederà a richiedere alle autorità diplomatiche o consolari competenti per residenza degli ascendenti e del richiedente, il certificato attestante che né gli ascendenti in linea diretta né la persona rivendicante il possesso della cittadinanza italiana vi abbiano mai rinunciato ai termini dell'art. 7 della legge 13 giugno 1912, n. 555.

Valuterà, inoltre, l’opportunità di riscontrare l’autenticità e la completezza delle indicazioni fornite in relazione all’avo italiano, richiedendo al comune di nascita di questo di trasmettere la copia integrale dell’atto di nascita.

Si procede, quindi, all’esame dei documenti prodotti facendo attenzione che i dati delle persone (cognomi, nomi, luoghi e date) siano rispondenti in tutti gli atti prodotti. Si esaminano, poi, in particolare gli atti di nascita e se questa sia avvenuta nel matrimonio o fuori del matrimonio, in quest’ultimo caso occorre, infatti, verificare che la dichiarazione di nascita sia stata fatta dal genitore che trasmette la cittadinanza italiana ovvero che abbia sottoscritto un atto di riconoscimento successivo, conformemente alle disposizioni del nostro ordinamento (art. 258 Codice Civile).

Alla fine della procedura, constatata la regolarità della documentazione prodotta e dei riscontri fatti, si redige un attestato di riconoscimento della cittadinanza italiana a seguito del quale si procede alla trascrizione dei soli atti relativi al richiedente e alla sua discendenza, purché minore d’età.