Contabilizzazione IVA split commerciale

Risposta al quesito dell'Avv. Mario Petrulli

Quesiti
di Petrulli Mario
05 Novembre 2020

A seguito di entrata in vigore dello split payment, questo Comune, per quanto riguarda la  registrazione contabile della spesa concernente l’acquisto di beni e servizi effettuata in ambito commerciale, ha provveduto, come previsto dal principio contabile, alle seguenti registrazioni:

  1. impegnato la spesa relativa alla spesa per acquisto di beni e servizi comprensiva di IVA;
  2. accertato un’entrata di importo pari all’IVA tra le partite di giro, al capitolo codificato E.9.01.01.02.001Ritenuta per scissione contabile IVA (split payment);
  3. contestualmente all’accertamento di cui alla lettera b), impegnato una spesa di pari importo, sempre tra le partite di giro, al capitolo codificato U.7.01.01.02.001 Versamento delle ritenute per scissione contabile IVA (split payment);
  4. poi sono state pagate le fatture al netto dell’IVA con la contestuale emissione della reversale di importo pari all’IVA non pagata a valere sull’accertamento di cui alla lettera b).
  5. alle scadenze previste dalla disciplina IVA, si determina la posizione IVA sulla base delle scritture della contabilità economico patrimoniale e di quelle richieste dalle norme fiscali (ad es. registri IVA).
    Dato che questo Ente non ha mai avuto necessità in questi anni di utilizzare l’IVA da split commerciale (IVA a credito) per il versamento di IVA a debito all’Erario nelle liquidazioni mensili (la liquidazione mensile è stata finanziata con fondi di bilancio di competenza), gli importi incassati sono stati mantenuti a residui passivi. I residui risalgono agli anni dal 2015 al 2019 per un importo complessivo di € 21.288,52. In questo caso si è garantito l’equivalenza tra gli accertamenti e gli impegni riguardanti le partite di giro nei vari anni.
    Alla luce di quanto sopra, si chiede se è possibile effettuare nel bilancio 2020 la seguente procedura contabile:
    1) emettere un ordinativo di pagamento – gestione RRPP - a valere degli impegni assunti di cui alla lettera c) mantenuti a residui;
    2) versarli in entrata nel bilancio dell’ente a competenza – anno 2020 - con emissione della relativa reversale di entrata (il capitolo è codificato E.3.05.99.99.999 Altre entrate correnti n.a.c.), previo accertamento di un’entrata di pari importo al titolo terzo dell’entrata.
    Il dubbio è se è possibile fare il giro contabile sopra esposto con emissione di un mandato a residui ed una reversale di pari importo a competenza.
    Se questa operazione non fosse corretta contabilmente, chiedo se è possibile cancellare i residui passivi con il prossimo rendiconto 2020 e far confluire le risorse in avanzo; l’avanzo che si crea è libero? (il credito IVA che si è generato negli anni deriva da servizi commerciali quali refezione scolastica, servizio idrico, e non da investimenti).
Risposta

Occorre precisare, preliminarmente, che in merito alle modalità di contabilizzazione dell’IVA split commerciale numerosi sono stati i chiarimenti forniti da IFEL e ARCONET. Proprio in merito alla situazione esposta nel quesito, si riporta di seguito le due diverse modalità di contabilizzazione dell’IVA split commerciale (reverse charge) nella finanziaria dell’Ente:

Metodo “A” - Registrazione al lordo con reintroito dell’Iva al Titolo III dell’Entrata – in tal caso l’Ente è tenuto a:

  1. impegnare (al Titolo I o al Titolo II) per l’importo complessivo della fattura (imponibile + Iva) al fornitore;
  2. emettere un mandato al fornitore per l’imponibile + Iva, quietanzato con una reversale di entrata contabilizzata nel Titolo III dell’Entrata per l’Iva “split payment” trattenuta;
  3. emettere un mandato, al Titolo I, all’Erario per l’Imposta da versare al momento della liquidazione (ovviamente l’Imposta da pagare nella liquidazione periodica non corrisponderà all’importo accertato al Titolo III dell’Entrata, potendosi teoricamente registrare anche un credito Iva). 

Metodo “B” - Registrazione al lordo con reintroito dell’Iva prima in “partite di giro” e reimputazione al Titolo III dell’Entrata (casistica del quesito) – l’Ente è tenuto a:

  1. impegnare per l’importo complessivo della fattura (imponibile + Iva) al fornitore;
  2. registrare nelle “partite di giro”, sia in entrata che in uscita, un importo pari all’Iva “split payment”;
  3. emettere un mandato al fornitore per l’importo complessivo della fattura, quietanzato con una reversale di entrata contabilizzata nei “servizi per conto terzi”, per l’Iva “split payment” trattenuta.

Successivamente, quando viene definito che non trattasi di fattura “split payment” istituzionale ma commerciale, occorrerà:

  1. emettere un mandato, in “partite di giro”, per storno per il medesimo importo di quella trattenuta al fornitore, con reimputazione della stessa somma al Titolo III dell’entrata.
  2. emettere un mandato, sul Titolo I, all’Erario per l’Imposta da versare al momento della liquidazione. 

Pertanto, la modalità di contabilizzazione paventata dal cliente, ammessa anche dalla normativa e dai documenti di prassi, può essere attuata.

27 ottobre 2020             Mario Petrulli

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