Fatture emesse da società in House e verifica del Durc e degli inadempimenti ex art.48 bis

Con la circolare 23 settembre 2011, n. 27/RGS  è stato precisato come il "pagamento" da cui il legislatore fa derivare gli obblighi di verifica previsti dall'articolo 48-bis consti nell'adempimento di un obbligo contrattuale. Per cui non si rinvengono argomentazioni per escludere i contratti fra un ente e le sue partecipate dalla verifica ex art. 48-bis. Corre però l’obbligo di precisare che la Ragioneria generale dello Stato, con la circolare 13/2018, ha esposto una tesi diversa, affermando che, relativamente all’ambito soggettivo ‘passivo’, non ricorra l’obbligo dell'espletamento della verifica, prevista all'articolo 2 del D.M. n. 40/2008, nelle ipotesi di pagamenti disposti da tutti i suddetti soggetti tra loro: amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165/2001, nonché, per le motivazioni sopra illustrate, gli enti pubblici, anche economici, e le società a totale partecipazione pubblica diretta.

Vista l'autorevolezza della fonte è ovviamente legittimo aderire a questa interpretazione, anche se a mio avviso essa è in contrasto con la ratio della norma che non opera distinzioni sul lato "passivo" dell'obbligo di verifica. Per quanto concerne il Durc, si può richiamare la costante giurisprudenza della Corte di giustizia che impone la relativa richiesta anche nei rapporti fra amministrazioni pubbliche e quindi a fortiori in quelli fra un’amministrazione e un organismo di diritto pubblico come una società in house.

07 febbraio 2025

Dr. Matteo Barbero       

Parole chiave: verifica, inadempimenti, durc, società in House

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