Essi costituiscono criteri immanenti nel sistema per il valore assiologico che rivestono per l’interprete nelle procedure di appalto
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È di pochi giorni fa la pronuncia del Consiglio di Stato, Sez. V, 01/10/2024, n. 7875 di cui riportiamo la massima, particolarmente importante per il valore di orientamento nell’applicazione della disciplina degli Appalti pubblici.
“Il ‘principio del risultato’ e il ‘principio della fiducia’ […] costituiscono criteri immanenti nel sistema (Cons. Stato, sez. III, 15.11.2023, n. 9812; id. sez. III, 26.3.2024, n. 286) svolgendo una funzione regolatoria, pertanto devono guidare l’interprete nella lettura e nell’applicazione della disciplina di gara, rendendosi funzionali a conseguire il miglior risultato possibile nell’affidare ed eseguire i contratti […].
L’operazione condotta dal nuovo codice è stata, in sostanza, quella di proclamare direttamente l’esistenza di regole aventi un valore particolare, in altre parole, principi già esistenti nel settore, cui è stato conferito un potente rilievo assiologico. Di conseguenza, i suddetti principi possono essere adottati dal giudice quale criterio orientativo anche di casi in cui debba essere risolto il dubbio sulla sorte di procedure di appalto, come quella in esame, non regolamentata dal d.lgs. n. 36 del 2023.”
Fonte: Giustizia Amministrativa
Sentenza n. 7875 del 01/10/2024.
ANAC - 30 maggio 2025
Risposta del Dott. Alessandro Giordano
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