Riscatto di laurea: gli anni di studio valgono per la pensione
INPS – 29 maggio 2025
Le misure previdenziali che non richiedono una gravità estrema dell'invalidità e che permettono di accedere alla pensione in anticipo
Servizi Comunali Trattamento economico Trattamento giuridico Trattamento pensionistico
Il sistema previdenziale italiano arriva in soccorso delle persone affette da patologie fisiche o psichiche offrendo numerose misure di sostegno. Per ottenere alcuni tipi di aiuto, è necessario raggiungere un elevato grado di invalidità. Ad esempio, per ottenere l'indennità di accompagnamento, è richiesto il 100% di invalidità con difficoltà persistenti nello svolgimento delle attività quotidiane. Questa è una misura prettamente assistenziale, che prescinde dal lavoro svolto e dai contributi versati. Esistono però anche misure previdenziali che non richiedono una gravità estrema dell'invalidità e che permettono di accedere alla pensione in anticipo. Infatti, è possibile andare in pensione già a partire dai 56 anni, con diverse variabili, anche per chi non è gravemente invalido.
Una persona con una invalidità al 74% ha a disposizione almeno tre misure che gli consentono di andare in pensione anticipatamente. La prima è la pensione senza limiti di età, conosciuta come quota 41 per i lavoratori precoci per i quali è sufficiente avere il 74% di invalidità per rientrare nelle categorie a cui la misura si rivolge. L'interessato, oltre a essere riconosciuto invalido civile con un grado di invalidità non inferiore al 74%, deve aver maturato almeno 41 anni di contributi, di cui 35 effettivi da lavoro, esclusi quindi i contributi figurativi da malattia e disoccupazione. Inoltre, è fondamentale aver versato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni, anche se questo anno di contribuzione è stato discontinuo.
La seconda misura è l’Anticipo Pensionistico Sociale (APE Social): nel 2024 l'età utile per accedere all’APE social è aumentata di 5 mesi rispetto al 2023, ma rimane un vantaggio per alcune categorie di contribuenti, tra cui gli invalidi civili con un'invalidità del 74% o più. Chi è stato riconosciuto invalido civile con una percentuale non inferiore al 74% può beneficiare di questa misura, che consente di uscire dal mondo del lavoro già a partire dai 63 anni e 5 mesi, con almeno 30 anni di contributi (per i lavori gravosi sono richiesti 36 anni di versamenti).
La terza misura riguarda le donne invalide al 74%, per le quali esiste la possibilità di accedere alla pensione cosiddetta Opzione Donna. Le invalide civili al 74% senza figli possono andare in pensione se, nel 2023, hanno raggiunto i 61 anni di età e i 35 anni di contributi. Se l'interessata ha avuto un solo figlio, può andare in pensione a 60 anni di età, sempre con 35 anni di contributi. In presenza di due o più figli, è sufficiente aver raggiunto i 59 anni di età e i 35 anni di versamenti entro il 31 dicembre 2023.
L’invalidità specifica può consentire un anticipo pensionistico anche di 11 anni
Indipendentemente dal numero di figli, e quindi senza i vincoli dell'Opzione Donna, esiste una ulteriore misura: la pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile. Questa misura è rivolta a chi ha un'invalidità minima dell'80%, ma non civile, bensì pensionabile. Sono le commissioni mediche dell'INPS a stabilire se l'invalidità riconosciuta è specifica o no per il lavoro svolto dall'interessato. Se la riduzione della capacità lavorativa all'80%, o più, impedisce la capacità di svolgere il proprio lavoro, le donne possono andare in pensione a 56 anni e gli uomini a 61 anni. Per accedere a questo vantaggio sono necessari almeno 20 anni di contributi ai fini del diritto a pensione. Si sottolinea che non si tratta di un'invalidità generica o civile, ma di un'invalidità specifica. Questa differenza è fondamentale, poiché ci possono essere lavoratori con un'invalidità specifica superiore a quella civile. Ad esempio, chi soffre di un problema agli occhi che non consente di svolgere lavori in cui la vista è essenziale (come nel caso degli orologiai) può avere un'invalidità civile bassa, ma un'invalidità pensionabile elevata, che consente di andare in pensione anticipatamente, già a 56 anni per le donne e 61 per gli uomini.
Le condizioni, le caratteristiche e le modalità di accesso alla pensione di cui sopra hanno validità per il corrente anno e riguardano sia i dipendenti pubblici che quelli privati.
INPS – 29 maggio 2025
TAR Sicilia, Palermo, Sezione V – Sentenza 10 marzo 2025, n. 535
Risposta del Dott. Massimo Monteverdi
Risposta del Dott. Luigi Oliveri
Ricevi via email i nuovi contenuti pubblicati nel portale
In collaborazione con: